Dalla presentazione:

«La vita si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi —, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo» (1Gv 3-1,2).

In queste parole della Prima Lettera di Giovanni si può cogliere una precisa dinamica della fede cristiana. Il punto di partenza è la decisione e il gesto reale e concreto di Cristo, vita eterna che era presso il Padre, di incarnarsi nel tempo e di farsi conoscere dai suoi discepoli. Al centro c’è dunque la persona di Gesù. Da qui scaturisce naturale il racconto da parte dei discepoli di quanto sperimentato, perché tutti, nello spazio e nel tempo, possano compiere la stessa esperienza di comunione con il Figlio di Dio.

Per questo il Sussidio, che accompagnerà anche quest’anno la preghiera e la meditazione in occasione della Domenica della Parola di Dio, è centrato sul kerygma. Si tratta di un termine diventato tecnico per indicare il contenuto fondamentale dell’annuncio cristiano: Gesù Cristo morto e risorto. Alle donne e agli uomini di oggi, che non si accontentano di vivere ma desiderano una qualità alta della vita, la fede cristiana propone la vita del Crocifisso- Risorto. È lui, che ha dato se stesso per gli altri passando anche attraverso la morte, che il cristiano testimonia senza paura.

Il kerygma cristiano non è quindi una nozione o una affermazione appresa a memoria: è una relazione, una esperienza concreta condotta insieme e mantenuta nel tempo con tenacia. Solo l’essere diventati pazientemente amici di Cristo, l’aver sperimentato a lungo la comunione con lui, abilita il discepolo all’annuncio. Solo il testimone maturo può annunciare la bellezza profonda di questa relazione: solo gli amici di Dio possono introdurre altri nella medesima amicizia.

Le Sacre Scritture ospitano questo kerygma, il racconto di quello che i nostri padri nella fede hanno sperimentato e si sono impegnati a trasmettere alle generazioni future. Grazie all’azione dello Spirito le Scritture colmano il divario temporale tra la comunità ecclesiale di oggi e la Chiesa primitiva e preparano il cuore a fare la stessa esperien- za, la stessa sequela di Cristo, la stessa figliolanza del Padre celeste. Intorno al tema del kerygma anche quest’anno si sono ritrovati vari Uffici della CEI: l’Ufficio Catechistico Nazionale, tramite il Servizio dell’Apostolato Biblico, l’Ufficio Liturgico Nazionale, l’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto. Ciascuno ha dato un contributo in base alle proprie competenze. Auspico quindi che questo Sussidio, grazie ai testi, alle musiche, alle immagini e alle riflessioni che contiene, serva a molti da strumento per la preghiera e la meditazione personale e comunitaria.

✠ Giuseppe Baturi Segretario Generale della CEI

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