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CEI – Commento al Vangelo di domenica 25 Febbraio 2024 – Seconda di Quaresima

Commento al brano del Vangelo di: Mc 9, 2-10

Prefazio II domenica di Quaresima

Egli, dopo aver dato ai discepoli l’annuncio della sua morte,
sul santo monte manifestò la sua gloria
e chiamando a testimoni la legge e i profeti
indicò agli apostoli che solo attraverso la passione
possiamo giungere al trionfo della risurrezione.

Il Vangelo della Trasfigurazione caratterizza il Prefazio della seconda domenica del cammino quaresimale. Gesù annuncia la sua morte e manifesta la sua gloria, chiamando a testimoni i profeti e la legge, segno di un compimento: ciò che Dio desiderava da sempre per la salvezza dell’uomo, trova la sua realtà nel Figlio incarnato: è Lui la salvezza promessa. Nell’annuncio della sua morte splende la luce della vita, della risurrezione. I discepoli non comprendono del tutto quanto avviene, ma comprenderanno a suo tempo che nel buio della morte si era aperto il cielo della vita.

Questa domenica si pone proprio come uno scorcio, una porta appena aperta che permette di intravedere che cosa ci aspetta alla fine del cammino, o meglio che cosa brilli già fin d’ora nella nostra vita e per il cammino della nostra vita: una luce che squarcia le tenebre, una vita che vince la morte, un amore che rilancia la vita. Stare con Lui, condividere la sua esperienza, ascoltare, questo è il principio della trasformazione, della nostra trasfigurazione.

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La Parola è un invito a seguire le orme del Maestro nei suoi giorni più densi e sofferenti. Ognuno di noi è chiamato a fare il suo Esodo, a uscire da peccati, incrostazioni, pessimismo, sfiducia, amarezze, giudizi, rancori, per entrare nel ritmo della storia salvifica che sempre è “attesa, profezia e compimento” e mai “disfatta, tracollo, fallimento”. Il vangelo è una buona notizia, è una parola buona per la vita mia e di tutti quelli che sono con me. Dio ha a cuore il destino dell’uomo: la parola ci testimonia che Dio ci vuole bene, e che noi facciamo parte di un progetto che ci supera enormemente e che quindi è insuperabile.

Dio, dunque, ci ama… questa è la buona notizia. Solo questa tranquilla e decisiva consapevolezza mi dà e ci dà la serenità per le nostre azioni, sapere di essere amati: questo ci rende sereni ed equilibrati. Questo ci dà vita, ci trasforma, ci trasfigura. La sua Passione è la nostra passione, il dono che Lui fa di sé è anche lo stile del dono che dobbiamo fare di noi stessi. Il Cristo è trasfigurato, glorificato, ma solo passando attraverso la sofferenza e la morte, cioè il sacrificio della propria vita, il dono di sé, l’apertura a tutti, la misericordia offerta a ciascuno. L’amore trasfigura: non a caso Dio è amore, Dio ama.

Quando i discepoli prendono sul serio la vita di Cristo e sono suoi amici nel momento della Croce, succede che sono trasfigurati, assomigliano sempre di più a Lui, brillano di una luce particolare, la luce di Colui la cui parola è lampada ai nostri passi, luce sul nostro cammino (Sal 118,115), Gesù Cristo luce del mondo. Questo è una grazia per tutti.

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La vicinanza al Signore, la sequela di Lui nel cammino quotidiano sono in grado di segnare l’esistenza di uomini e donne e di produrre tramite loro una rinnovata luminosità che scalfisce le tenebre del mondo. La trasfigurazione del Signore in questo senso ha a che fare con il mistero pasquale. Questo mistero riguarda anche noi e ci chiama a metterci in movimento per far si che prepariamo il nostro cuore e la nostra mente al dono e allo stile del dono. La sua vita, i suoi gesti e le sue parole risuonano come novità assoluta in ogni epoca della storia.

Là dove i suoi discepoli annunciano e mettono in pratica il Vangelo, intraprendendo il cammino verso la santa montagna, prende forma quella novità che cambia il mondo, perché il mondo si trasfigura nel trasfigurarsi del suo Signore e dei suoi discepoli, grazie alla luminosa verità che brilla nella sua persona. Ancora una volta la preghiera orienta il nostro sguardo e lo fissa su Colui che è il fondamento vero della nostra fede: Gesù Cristo.

Crediamo in Gesù, crocifisso e risorto, esistente e vivo, persona vera, e non in una semplice interpretazione concettuale, fosse anche la più sublime teoria; o in un’etica fondata, fosse anche la più universale riguardo ai valori. Noi crediamo in Lui che si è fatto vedere nella sua verità più profonda: è il Figlio di Dio fatto uomo, unico salvatore del mondo. La fede in lui insegna che la vita presente con i suoi drammi e le sue pesantezze troverà il suo compimento pieno, la sua piena manifestazione nella gloria della sua risurrezione (Fil 3,20-21).

Testo tratto dal sussidio per la Quaresime e la Pasqua della CEI.

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Sussidio liturgico per il Tempo di Quaresima 2024 5,7 Mb 378 downloads

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