Prefazio I domenica di Quaresima
Le tentazioni del Signore
Astenendosi per quaranta giorni dagli alimenti terreni,
egli dedicò questo Tempo quaresimale
all’osservanza del digiuno
e, vincendo tutte le insidie dell’antico tentatore,
ci insegnò a dominare le suggestioni del male,
perché, celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale,
possiamo giungere alla Pasqua eterna.
Il vangelo delle Tentazioni sta nel cuore del Prefazio della Prima domenica di Quaresima. Il testo evangelico diventa preghiera nel cammino verso la Pasqua, e fa risuonare ulteriormente l’invito e il richiamo che la Parola rivolge a tutta la Chiesa: colui che è il Figlio di Dio fatto uomo è stato tentato da Satana ed ha vinto contro le lusinghe del male; fidatevi di Lui — è il Signore della Vita: seguitelo. Gesù con il digiuno (“astenendosi per quaranta giorni dagli alimenti terreni”) lascia il segno per il cammino nel Tempo quaresimale, un segno offerto a tutti come uno strumento per il percorso di liberazione e conversione. Mosè ha digiunato quaranta giorni, così anche Elia: l’uno e l’altro sono saliti sulla santa Montagna per diventare gli amici di Dio; così anche noi. Il digiuno, nella sua dimensione più ampia, è un richiamo forte alla rinuncia, oltre che al cibo, anche a tutto ciò che allo stesso modo del cibo “nutre” la nostra vita. In questo senso il Prefazio evoca il cammino ultimo dei catecumeni verso il Battesimo, ai quali veniva proposto come modello da seguire proprio il Signore Gesù, vincitore nelle tentazioni, e per questo affidabile. Gesù vive personalmente l’esperienza di Israele nel deserto, e messo alla prova ne esce vittorioso ‘dominando le suggestioni del male’.
I “quaranta giorni” che precedono la Pasqua sono un cammino dove lo sguardo è puntato sull’esperienza vittoriosa di Cristo nel deserto, vittoria che prelude al Mistero della Morte e Risurrezione e che tale Mistero porta a compimento. La Chiesa si prepara a celebrare il cuore della sua fede, dal quale prende origine e significato l’azione dell’annuncio e della testimonianza. La Quaresima in questa dinamica è tutta rivolta verso la Pasqua.
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Ed è proprio guardando alla Pasqua, al valore e alla ricchezza del Mistero per cui la nostra fede non è vana (cf. 1Cor 15,17), che prende corpo la figura di un cammino di preparazione. L’ascolto della Parola implica il lasciarsi convertire dal Signore, per far sì che la nostra fede, speranza e carità, non diventino virtù scontate, come se fosse già chiaro il modo di viverle, come se già le vivessimo in pienezza. Occorre in fondo riscoprire ciò che ci lega al dono del Signore, alla sua stessa vita: il Battesimo, che ci ha resi figli di Dio e fratelli di ogni uomo. In questo tempo ci alleniamo a percepire la novità del Vangelo, una novità che spinge a vivere in modo nuovo il nostro rapporto con il Signore, il nostro rapporto con i fratelli, specialmente i più poveri, la cui stessa presenza è un invito alla conversione.
Il cammino di conversione è quindi l’impegno a cui la Chiesa è chiamata in questo tempo. Ogni comunità, ogni famiglia, ogni singolo cristiano è invitato a rispondere alla Parola di Dio che nel corso della Quaresima scandaglia la sua vita per illuminarla e trasformarla.
Le tentazioni rivelano tutto ciò che è contrario a questo cammino, rivelano i limiti di un’autosufficienza illusoria che chiude le porte alla vita e dischiude un cammino mortifero perché chiuso in sé stesso e nella propria gratificazione immediata.
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Gesù ha vinto le suggestioni del male, quindi è affidabile guida e sostegno sicuro per la nostra battaglia vittoriosa sulle tentazioni. Noi crediamo in Lui, nella sua storia, nella sua persona, in ogni aspetto della sua esistenza, noi crediamo in Lui così come il Vangelo ce lo presenta, un personaggio scomodo e affascinante che non lascia indifferenti nessuno di quelli che lo incontrano. Noi crediamo in lui che è presente in mezzo a noi e cantiamo il nostro grazie per questa presenza che illumina il cammino ad ogni passo. Egli ci chiede di seguirlo cambiando sguardo, cambiando il cuore, cambiando vita.
La Parola qui e ora ci dona la novità di Gesù, perché ci fa stare in Lui, in comunione con Lui, l’uomo nuovo. La sua vita, i suoi gesti e le sue parole risuonano come novità assoluta in ogni epoca della storia, in ogni tempo della vita, in ogni passo e decisione del cuore. Una novità che sostanzia anche la nostra preghiera di lode e ringraziamento, una preghiera che trova, non a caso, nella celebrazione dei sacramenti la sua verità effettiva.
Leggi la preghiera per la prima domenica di Quaresima.
Testo tratto dal sussidio per la Quaresime e la Pasqua della CEI.