La seconda Domenica di Pasqua in albis deponendis segna il termine del percorso di formazione sacramentale di coloro che sono stati battezzati la notte di Pasqua. Nella liturgia orientale รจ chiamata anche Antipascha in quanto chiude lโottava e gode della stessa solennitร del giorno della risurrezione del Signore. Se il Vangelo nella Domenica di Risurrezione ci fa guardare al sepolcro vuoto, nella II Domenica di Pasqua fissa il nostro sguardo sul corpo risorto di Cristo.
Attraverso la figura dellโapostolo Tommaso la liturgia ci provoca sul tema della fede nei segni della risurrezione del Signore. La confessione di fede di Tommaso: ยซMio Signore e mio Dio!ยป (Gv 20,28) indica la risposta del credente al Cristo risorto. Non puรฒ essere perรฒ, ed ecco il richiamo del Signore a Tommaso, una fede individualistica, ma come ricorda la prima lettura รจ lโesperienza comunitaria che permette di crescere nella fede. Per volere di san Giovanni Paolo II dal 2000 questa domenica รจ denominata della โDivina misericordiaโ. In questโottica possiamo riconoscere come la comunitร cristiana รจ il luogo dove accogliere la presenza del Signore risorto e dove poter gustare la sua misericordia.
La domenica successiva a quella di Pasqua รจ denominata tradizionalmente Domenica in Albis; era la domenica in cui le vesti bianche dei battezzati, dopo il periodo del Catecumenato, venivano deposte. Nei primi secoli della Chiesa, infatti, il battesimo era amministrato normalmente ad adulti durante la Veglia della notte di Pasqua e i nuovi battezzati ricevevano una veste bianca, segno della vita nuova. Questi battezzati la portavano per tutta la settimana dellโOttava di Pasqua.
La seconda Domenica di Pasqua, inoltre, รจ detta anche, per volere di San Giovanni Paolo II nellโanno giubilare del 2000, Domenica della Divina Misericordia.
In questo Tempo Pasquale la liturgia ci presenta tutti gli avvenimenti che riguardano la Risurrezione del Signore e i miracoli che continua a compiere.
Nel brano degli Atti degli Apostoli, prima lettura, vedimo la carta dโidentitร di ogni comunitร di battezzati, disegnata, anche oggi, sulla fedeltร a quattro partecipazioni che caratterizzavano le prime Comunitร cristiane.
ยซErano perseveranti nellโinsegnamento degli Apostoliยป: partecipavano, cioรจ, con assiduitร allโascolto della predicazione apostolica che li ve- deva convocati attorno a quella Parola, annunciata dapprima oralmente e poi letta anche nei testi scritti.
ยซโฆ nella comunioneยป: attorno a quella Parola annunciata e accolta con assiduitร , cresceva la comunione fraterna e lโunitร stessa della Comunitร .
ยซโฆ nello spezzare il paneยป: lโEucaristia, definita come spezzare il pane, rimandava al gesto di Gesรน nellโultima Cena, gesto che indicava lโunico pane diviso fra tutti come comunione con lui e tra i discepoli, partecipi della stessa vita, degli stessi doni e dello stesso destino di Gesรน; condividevano cosรฌ il perdono, la riconciliazione, la comunione con Cristo.
Infine ยซโฆ nelle preghiereยป: costante riferimento che accompagnava la giornata della Comunitร e dei singoli battezzati.
Nello stesso testo degli Atti, inoltre, viene sottolineata lโatmosfera che caratterizzava la vita e lo spirito della Comunitร cristiana: condivisione di beni, condivisione della preghiera, letizia e semplicitร di cuore, favore del popolo e adesione di nuovi membri alla comunitร .
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Coloro che comprendono il dono del Battesimo, ci ricorda nella seconda lettura lโapostolo Pietro, si aprono subito a benedire e ringraziare Dio Padre per ciรฒ opera in loro. Egli รจ origine della vita nuova (veniamo rigenerati), ci rende partecipi ed eredi della stessa vita di Cristo risorto, ยซereditร che non si corrompe, non si macchia e non marcisceยป, partecipi, cioรจ, della vita divina. Il battezzato affronta le grandi prove, come ha fatto lo stesso Gesรน; non viene meno in lui quella speranza viva fondata sulla fedeltร e misericordia di Dio, speranza che gli permette di essere ยซricolmo di gioiaยป anche nelle tribolazioni. Egli sa di procedere nella via della salvezza che ha iniziato a percorrere con il battesimo, immerso nella Trinitร : ยซPerciรฒ โ ricorda lโApostolo โ esultate di gioia indicibile e gloriosaยป.
Il brano del Vangelo di Giovanni ci riporta alla sera del primo giorno della settimana. Gesรน era stato crocifisso e sepolto. Fin dal mattino presto erano cominciate a circolare delle voci che qualcuno aveva incontrato Gesรน, vivo: cosรฌ affermavano Maria di Magdala e le donne. Altri, Giovanni e Pietro, riferivano di avere visitato il sepolcro dove era stato posto il Maestro, e lโavevano trovato vuoto.
I discepoli di Gesรน, in gran parte Galilei, temevano che lโautoritร giudaica potesse in qualche maniera contrastare o combattere la loro presenza. La paura era grande. Meglio, quindi, stare chiusi in casa e non parlare in giro. Ma ecco che, in quel luogo, improvvisamente โvenne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: ยซPace a voi!ยป. Detto questo, mostrรฒ loro le mani e il fiancoโ (Gv 20,19-20).
Questo brano narra due fatti: Gesรน che appare ai discepoli e lโincredulitร di Tommaso che vuole toccare le mani e il fianco per essere certo che Gesรน sia proprio risorto.
ร lโesperienza che spesso desideriamo anche noi. Non sempre ci soddisfano le testimonianze degli altri, vogliamo constatare di persona. Come dire: cerchiamo anche noi il miracolo, in quanto fatichiamo a fidarci della testimonianza altrui. Il messaggio che Gesรน reca ai suoi discepoli, mentre erano radunati in un luogo segreto, per paura di essere arrestati, รจ quello della pace: ยซPace a voiยป. A questo saluto segue il dono dello Spirito, quel dono (il Consolatore) che egli aveva promesso, per mezzo del quale avrebbero conosciuto la Veritร e il senso della missione di Gesรน e di quella affidata a loro.
Otto giorni dopo anche Tommaso vede il Signore e ha la possibilitร di mettere le sue mani sulle ferite per constatare la veridicitร della testimonianza dei discepoli. Gesรน lo invita a credere, cosรฌ come invita noi con la beatitudine: ยซโฆ beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!ยป
Tommaso, che non era presente la sera di Pasqua, puรฒ pacificare i suoi dubbi, e ยซvedere e toccareยป Gesรน risorto, diventando anche lui come gli altri ยซtestimone della Risurrezioneยป.
Il gesto di Tommaso e le parole di Gesรน, insieme a tanti altri gesti compiuti sotto gli occhi degli apostoli, sono stati raccontati e tramandati anche per tutti noi perchรฉ possiamo giungere alla fede nel Signore Gesรน. Per questo ci raduniamo, ogni domenica, ad ascoltare quella Parola, trovandoci anche noi nella condizione, ricordata, dallโapostolo Pietro, di amare Gesรน e di credere in lui senza vederlo.
La beatitudine di Gesรน abbraccia i cristiani di tutti i tempi, coloro cioรจ che, pur non avendo avuto lโopportunitร di Tommaso, giungeranno a credere in lui. Eโ per noi fonte di fiducia e di speranza. La nostra vita, infatti, non sarร un esistere per la morte, perchรฉ Gesรน ha vinto la morte e la forza del male. In mezzo alle difficoltร e alle angustie dellโesistenza colui che ripone la propria fiducia e speranza in Gesรน Cristo puรฒ โtrovare paceโ. Il nostro sperare e credere non รจ unโillusione, perchรฉ ha come fondamento Colui al quale ognuno di noi puรฒ dire con veritร , come Tommaso:
ยซMio Signore e mio Dio!ยป.
Con la morte di Gesรน, morte orribile e scandalosa, sembrava finito tutto nel peggiore dei modi: la vita dissolta di Gesรน.
Le porte del Cenacolo erano chiuse: dolore e paura confondevano gli apostoli.
โChe cosa facciamo adesso?โ si saranno chiesti coloro che avevano seguito il Maestro.
Mancava la forza per mettere in atto qualsiasi iniziativa.
Gli apostoli si trovavano in quella particolare situazione umana che tante volte alberga anche nei nostri pensieri: ยซDio nostro, perchรฉ ci hai abbandonato? Come hai potuto rimanere inerte di fronte allo strazio del corpo di Gesรน?ยป
Ma improvvisamente compare Gesรน: ยซPace a voi!ยป. Una gioia improvvisa scaccia la tristezza e genera speranza. Gesรน ribadisce:
ยซSono ioยป. Dio รจ lโamore che non viene mai meno in ogni situazione, anche la piรน tragica. Esperienza esplosiva quella dellโamore di Dio, che manda in missione a diffondere il suo perdono, a proclamare la sua misericordia, che รจ amore e accoglienza soprattutto per i poveri.
Tommaso torna; non capisce che cosa sia successo. Gli amici hanno ricominciato a vivere, a sperare, a progettare. Cโรจ vita, dove prima cโera la morte.
ร lโeffetto della presenza di Gesรน risorto.
โNon รจ vero che Gesรน รจ risorto โ pensa Tommaso โ siete dei suggestionati, vi siete condizionati a vicenda, in preda a vuote allucinazioni. Chi รจ morto รจ morto.โ
ยซMetti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fiancoโฆยป: cancella pregiudizi e false convinzioni, cambia lo sguardo, lasciati sorprendere da un Dio molto diverso da te, sembra dirgli il Risorto. Credi a questo Dio, affidagli il tuo cuore e allora vedrai senza vedere.
ยซMio Signore, mio Dio!ยป: Tommaso adesso ha capito. E puรฒ anche lui ricominciare a vivere.
Il saluto del Risorto: ยซPace a voiยป, รจ un saluto che oltrepassa quello che potremmo definire il significato ordinario, in quanto Gesรน dona ai discepoli la forza di vincere lo scandalo della croce e di superare le ripercussioni che avranno nella loro vita, lungo il cammino di annuncio del Regno. Usciranno dalle loro paure e percorreranno paesi e cittร e annunceranno Gesรน il Messia tanto atteso e in lui saranno benedette tutte le genti.
Con il Salmo 117 (118), a conclusione del Giorno di Pasqua, che si รจ prolungato per una settimana intera, rendiamo grazie perchรฉ il Signore Dio ha compiuto in Cristo e continua a compiere anche in noi la medesima vittoria sulla morte: rallegriamoci ed esultiamo e con il cuore ripetiamo: ยซRendete grazie al Signore perchรฉ รจ buono, perchรฉ il suo amore รจ per sempreยป.
Fonte: il sussidio Quaresima/Pasqua CEI
A cura dellโUfficio Liturgico Nazionale, con la collaborazione del settore per lโApostolato Biblico dellโUfficio Catechistico Nazionale, del Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con Disabilitร e di Caritas Italiana