Questa parabola รจ la seconda delle tre che nel Vangelo di Matteo hanno lo stesso tema di base: lโaccoglienza o il rifiuto del Regno.
Siamo la vigna del Signore
Diversi tratti di questa seconda parabola rispecchiano la situazione palestinese. Quando si pianta una vigna, viene eretto un muricciolo a sua protezione, vi si scava una buca per la pigiatura, e se la vigna รจ vasta, vi si erige una torre di guardia per tenere lontani i ladri.
Ma piรน importanti di questi tratti sono i riferimenti veterotestamentari della parabola. NellโAntico Testamento รจ ricorrente lโimmagine della vigna o della vite per designare Israele in quanto popolo di Dio, sua proprietร (Is 5,1-7; 27,2-6; Ger 2,21; 12,10-11; Ez 15,1-6; 19,10-14; Os 10,1-3; Sl 80,9โฆ): e tale metafora รจ ripresa anche dai Sinottici (Mt 20,1-16; 21,33-43; Lc 13,6-9).
La parabola, perรฒ, sembra soprattutto riferirsi al famoso canto della vigna di Isaia (Is 5,1-7). Il profeta descrive la monotona storia del suo popolo: da una parte lโamore di Dio e dallโaltra il continuo tradimento del popolo. ร una storia, conclude il profeta, che non puรฒ continuare allโinfinito: il popolo, continuando ad allontanarsi da Dio, va verso la propria rovina. Dio si aspettava uva pregiata ed invece ebbe uva scadente. A questo punto non resta che tirare le conseguenze: la vigna cadrร in rovina, non sarร piรน coltivata e vi cresceranno pruni e rovi.
Il monito di Dio
Fin qui il canto di Isaia. Nella parabola evangelica vengono precisati due punti. Il primo รจ che la causa del castigo non consiste semplicemente in una generica disobbedienza del popolo di Dio, ma nel fatto che questo popolo ha tolto di mezzo i suoi profeti e, alla fine, i suoi capi addirittura uccideranno il Messia, fuori della vigna, come succederร a Gesรน, crocifisso fuori delle mura di Gerusalemme (Eb 13,12). ร un duro giudizio su Israele ed รจ un perenne avvertimento per gli stessi cristiani.
Il secondo punto consiste nel fatto che il Regno sarร tolto ai capi dโIsraele e sarร dato ad altri, sarร tolto ai vicini e passerร ai lontani. Il v. 43 parla di โรจthnosโ, che puรฒ significare genericamente โgenteโ, โpersoneโ, ma anche โnazioneโ, โpopoloโ (cfr 1 Pt 2,9; Es 19,6), forse indicando non tanto la Chiesa ma il popolo obbediente escatologico: non si usa โlaรฒsโ, quindi forse designa solo un โgruppoโ, allโinterno del giudaismo. Ricordiamo sempre che non tutto Israele ha rifiutato Cristo, ma solo una sua parte: Maria, gli Apostoli, la prima Chiesa infatti, come Gesรน, appartenevano al popolo ebreo.
Anche questo รจ un perenne monito ai cristiani. Dio รจ fedele al suo popolo, ma non al punto che il suo disegno di salvezza venga interrotto. Se i cristiani rifiutano, le sue esigenze di veritร e giustizia troveranno altrove il modo di esprimersi.
Una grande speranza
Papa Francesco, sottolineando come le parole di condanna finale non siano del padrone della vigna, ma degli ascoltatori (v. 41), vede in questa parabola una grande speranza: โPer far capire come Dio Padre risponde ai rifiuti opposti al suo amore e alla sua proposta di alleanza, il brano evangelico pone sulle labbra del padrone della vigna una domanda: ยซQuando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?ยป (v. 40). Questa domanda sottolinea che la delusione di Dio per il comportamento malvagio degli uomini non รจ lโultima parola! ร qui la grande novitร del Cristianesimo: un Dio che, pur deluso dai nostri sbagli e dai nostri peccati, non viene meno alla sua parola, non si ferma e soprattutto non si vendica!
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Fratelli e sorelle, Dio non si vendica! Dio ama, non si vendica, ci aspetta per perdonarci, per abbracciarci. Attraverso le ยซpietre di scartoยป โ e Cristo รจ la prima pietra che i costruttori hanno scartato โ, attraverso situazioni di debolezza e di peccato, Dio continua a mettere in circolazione il ยซvino nuovoยป della sua vigna, cioรจ la misericordia; questo รจ il vino nuovo della vigna del Signore: la misericordia. Cโรจ un solo impedimento di fronte alla volontร tenace e tenera di Dio: la nostra arroganza e la nostra presunzione, che diventa talvolta anche violenza! Di fronte a questi atteggiamenti e dove non si producono frutti, la Parola di Dio conserva tutta la sua forza di rimprovero e di ammonimento: ยซA voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca i fruttiยป (v. 43).
Una proposta dโamore
Lโurgenza di rispondere con frutti di bene alla chiamata del Signore, che ci chiama a diventare sua vigna, ci aiuta a capire che cosa cโรจ di nuovo e di originale nella fede cristiana. Essa non รจ tanto la somma di precetti e di norme morali, ma รจ prima di tutto una proposta di amore che Dio, attraverso Gesรน, ha fatto e continua a fare allโumanitร . ร un invito a entrare in questa storia di amore, diventando una vigna vivace e aperta, ricca di frutti e di speranza per tutti. Una vigna chiusa puรฒ diventare selvatica e produrre uva selvatica. Siamo chiamati ad uscire dalla vigna per metterci a servizio dei fratelli che non sono con noi, per scuoterci a vicenda e incoraggiarci, per ricordarci di dover essere vigna del Signore in ogni ambiente, anche quelli piรน lontani e disagevoliโ.
Carlo Miglietta
Mt 21, 33-43 | Carlo Miglietta 33 kB 6 downloads
MEDITAZIONE SUL VANGELO DELLA DOMENICA XXVII A (Mt 21, 33-43) โฆIl commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.