SANTISSIMA TRINITAโ
Letture: Dt 4,32-34.39-40; Rm 8,14-17; Mt 28,16-20
In qualche misura, quando Dio aveva rivelato nella Genesi che รจ l'โadamโ in quanto coppia ad essere a sua immagine e somiglianza (Gen 1,26-27), aveva giร preannunciato qualcosa circa la sua realtร piรน intima, riguardo cioรจ al suo essere comunione di persone nellโunitร della natura. Dio aveva giร adombrato nellโicona nuziale il suo essere Trinitร . Su questa fondamentale rivelazione, che Gesรน esplicita nel Nuovo Testamento, troppe volte non ci siamo sufficientemente soffermati, impoverendo e talora distorcendo la nostra vita di fede. Dio non รจ un Dio solitario: รจ comunitร , anzi โla migliore comunitร โ (Boff).
Dobbiamo passare dalla concezione di un Dio solitario a quella di un Dio unico, ma in tre persone in perenne e reciproco dialogo dโamore. Il nostro Dio non รจ lโessere isolato dei filosofi: secondo la rivelazione di Gesรน Cristo, come disse Giovanni Paolo II a Puebla, โDio รจ famigliaโ. Questa presa di coscienza รจ per noi piena di risvolti pratici. Per troppi anni la contemplazione di un Dio solitario ci ha spesso portati, in campo politico, al totalitarismo: uno solo comanda, come Dio รจ lโunico Signore.
In campo religioso, spesso ci ha suggerito forme di autoritarismo, che non danno valore al dialogo, allโascolto, alla collaborazione, alla ricerca comune, che non sottolineano a sufficienza la dimensione comunitaria della fede, esasperando invece quella individuale. In campo sociale, spesso ci ha indotti al paternalismo: come cโรจ una sola Provvidenza per tutti, cosรฌ nel mondo ci si limita a modelli di assistenzialismo, che sottovalutano la partecipazione di tutti, la collaborazione. Nella vita familiare, spesso questa concezione ha prodotto il maschilismo, facendoci subordinare la donna allโuomo, cui spettano le decisioni e il comando.
Al principio di tutto non cโรจ perรฒ la solitudine: cโรจ la comunione, il dialogo. Non possiamo pensare il Padre senza il Figlio e lo Spirito santo. Tra i tre cโรจ una meravigliosa e continua dinamica dโamore: i teologi parlano, per esprimere questo mistero di comunione, di โpericoresiโ, che significa, in senso statico, che ogni Persona contiene le altre, le inabita, perchรฉ ogni Persona divina esiste solo nelle altre, con le altre, dalle altre e per le altre (circuminsessione); in senso dinamico, significa che ogni Persona interpenetra attivamente le altre, in un dono ed un interscambio vicendevole continuo (circumincessione). Ma nella Trinitร non cโรจ solo un dono reciproco (missio ad intra), ma lโamore trabocca allโesterno, nella creazione e nella salvezza del mondo (missio ad extra).
La contemplazione di Dio come mistero di comunione dโAmore che si espande sullโuniverso e sugli uomini sta alla radice della nostra vita cristiana: chiamati ad essere a immagine e somiglianza di Dio, il singolo credente, la famiglia, la Chiesa devono quindi modellarsi sul mistero trinitario. La presa di coscienza che lโintima natura di Dio รจ solo Amore deve portarci a fare delle nostre vite solo dialogo, comunione, dono, oblazione, servizio gratuito. Inoltre โil fine ultimo dellโintera economia divina รจ che tutte le creature entrino nellโunitร perfetta della Beata Trinitร โ (Catechismo, n. 260).
Ma fin dโora siamo inabitati dalla Santissima Trinitร , Padre, Figlio (Gv 14,23) e Spirito Santo (Gv 14,16-17). Il credente รจ quindi tempio della Trinitร !!! Ciรฒ deve comportare per noi una gioia immensa in ogni momento, perchรฉ Dio non รจ piรน lontano da noi ma รจ veramente il โDio con noiโ, anzi il โDio in noiโ. Da ciรฒ scaturisce anche lโimmenso valore di ogni persona e la sacralitร di ogni corpo (1 Cor 6,15-20; 2 Cor 6,14-18), dimora dellโAltissimo.
Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.