PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
Letture: Ml 3,1-4; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40
IL MESSIA ENTRA NEL TEMPIO
Giร il profeta Malachia (prima Lettura: Ml 3,1-4) aveva preannunciato che โsubitoโ il Messia sarebbe entrato nel Tempio. E Daniele (Dn 9,24-27), aveva precisato che ciรฒ sarebbe avvenuto dopo 70 misteriose โsettimaneโ. La somma dei dati cronologici che scandiscono gli avvenimenti intorno al Natale del Signore รจ proprio di 490 giorni (6 mesi tra l’annunciazione a Zaccaria e quella a Maria (1,26.36), cioรจ 180 giorni, nove mesi tra l’annunciazione a Maria e la nascita di Gesรน, cioรจ 270 giorni, 40 giorni tra il Natale e la presentazione di Gesรน al tempio (Lv 12,3), pari alle โ70 settimane di giorniโ di Dn 9,24 dopo le quali il Messia sarebbe entrato nel Tempio per “espiare l’iniquitร , portare una giustizia eterna”.
Nel Tempio Gesรน รจ accolto da due poveri vecchietti, Simeone ed Anna, ma che ci vengono presentati come modello di credenti.ย
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Il nome Simeone richiama allโascolto: Simโon in ebraico significa โColui che ascoltaโ. Simeone รจ un uomo dโascolto, che si macera nella meditazione della Sacra Scrittura, da lui richiamata due volte, con due citazioni di Isaia (Is 52,10; 49,6). ร un uomo aduso alla lettura della Bibbia che egli sa attualizzare nella sua vita, comprendendo che lui stesso sta assaporando la salvezza del Signore nella fragile carne di quel neonato presentato al Tempio.
ร un uomo abitato dallo Spirito Santo: per tre volte si parla dellโazione dello Spirito di lui (Lc 2,25-27). Simeone รจ un uomo che ha approfondito la Scrittura, e quindi si รจ lasciato riempire dallo Spirito Santo, ed รจ diventato un profeta.
ร un uomo che pur nellโetร anziana continua a sperare, ad attendere: โEgli attendeva la consolazione dโIsraeleโ (Lc 2,25).
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Simeone non รจ un uomo rinchiuso in se stesso, ripiegato sul proprio passato: รจ aperto al futuro. ร capace di meraviglia, di stupore. Non รจ un uomo stanco e amareggiato dalla vita, geloso del passato, diffidente, pauroso: รจ persona aperta al nuovo, capace di sognare, proiettato nel futuro.
Simeone รจ anche un uomo accogliente, capace di tenerezza, che prende dolcemente fra le braccia quel piccolo bambino. โSimeone dice: ยซI miei occhi hanno visto la tua salvezzaยป (Lc 2,30). Vede il Bambino e vede la salvezza. Non vede il Messia che compie prodigi, ma un piccolo bimbo. Non vede qualcosa di straordinario, ma Gesรน coi genitori, che portano al tempio due tortore o due colombi, cioรจ lโofferta piรน umile. Simeone vede la semplicitร di Dio e accoglie la sua presenza. Non cerca altro, non chiede e non vuole di piรน, gli basta vedere il Bambino e prenderlo tra le braccia: โNunc dimittis, ora puoi lasciarmi andareโ (Lc 2,29). Gli basta Dio comโรจ. In Lui trova il senso ultimo della vitaโ (Papa Francesco).
Simeone soprattutto รจ un uomo che prega. Pur sentendosi vicino alla morte, non รจ un uomo che si rammarica con Dio per il decadimento presente, ma รจ capace di ringraziamento, di lode, di benedizione. Luca gli mette sulle labbra un meraviglioso inno, il โNunc dimittisโ.
E proprio perchรฉ Simeone sta sperimentando in totalitร il Dio che viene, il โNunc dimittisโ รจ anche la preghiera di un anziano che si prepara serenamente a morire. Simeone sfida apertamente i tabรน dellโuomo moderno, che rifiuta il concetto di invecchiamento e che cerca di rimuovere il pensiero della morte. Egli infatti ha accolto quel Gesรน che, ci dice la seconda Lettura, โรจ venuto a liberare quelli che, per paura della morte erano soggetti a schiavitรน per tutta la vitaโ (Eb 2,14-18). E riconosce di avere vissuto una vita piena, in cui ha potuto sperimentare fino in fondo la potenza di Dio.
Simeone quindi, definito dalla scrittura โuomo giustoโ (Lc 2,25), cioรจ in profonda intimitร con Dio, e โtimorato di Dioโ (Lc 2,25), cioรจ umile di fronte al Creatore, รจ lโesempio perfetto del kalรฒgheros, il โCalogeroโ della tradizione orientale, cioรจ lโanziano kalos, bello, realizzato in pieno dalla vita di Fede e di discepolato obbediente.
Anche Anna รจ esempio di un invecchiamento secondo Dio. Non รจ casuale che Luca dica di lei: โAnna, figlia di Fanuel, della tribรน di Aserโ (Lc 2,36). In questi tre nomi di persona รจ giร racchiusa la storia di questa donna: Anna infatti in ebraico significa โfavoreโ, โgraziaโ, Fanuel significa โvolto di Dioโ, โvisione di Dioโ, o anche โche vede Dioโ, Aser significa โfeliceโ, โbenedettoโ, โbeatoโ. Anna infatti รจ โgraziataโ e ha la gioia di โvedere Dioโ nel neonato presentato al Tempio, e diventa quindi davvero โbeataโ.
E Anna, a 84 anni, divenne la prima predicatrice di Gesรน, la prima evangelizzatrice: โParlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemmeโ (Lc 2,38).
Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.