La discordanza tra Matteo (Mt 22,1-14) e Luca (Lc 14,16-24) in questa parabola รจ talmente grande, che siamo portati a concludere che Matteo ha ampiamente rielaborato il racconto. Invece di una cena, Matteo ha una festa di nozze reali: il protagonista รจ โun reโ (Mt 22,2) e non โun uomoโ (Lc 14,16); in aggiunta alle scuse addotte dagli invitati in Luca, Matteo inserisce la variante dellโuccisione dei messaggeri e nella guerra che ne segue (โIl re, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro cittร โ). Questo particolare rappresenta con tutta probabilitร la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani nel 70 d. C..
Invitati alla Festa
Commenta Papa Francesco: โCon il racconto della parabola del banchetto nuziale, dellโodierna pagina evangelica (cfr Mt 22,1-14), Gesรน delinea il progetto che Dio ha pensato per lโumanitร . Il re che ยซfece una festa di nozze per suo figlioยป (v. 2), รจ immagine del Padre che ha predisposto per tutta la famiglia umana una meravigliosa festa di amore e di comunione intorno al suo Figlio unigenito. Per ben due volte il re manda i suoi servi a chiamare gli invitati ma questi rifiutano, non vogliono andare alla festa perchรฉ hanno altro a cui pensare: campi e gli affari. Tante volte anche noi anteponiamo i nostri interessi e le cose materiali al Signore che ci chiama โ e ci chiama a una festa.
Tutti chiamati, โbuoni e cattiviโ
Ma il re della parabola non vuole che la sala resti vuota, perchรฉ desidera donare i tesori del suo regno. Allora dice ai servi: ยซAndate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateliยป (v. 9). Cosรฌ si comporta Dio: quando รจ rifiutato, invece di arrendersi, rilancia e invita a chiamare tutti quelli che si trovano ai crocicchi delle strade, senza escludere nessuno. Nessuno รจ escluso dalla casa di Dio.
Il termine originale che utilizza lโevangelista Matteo fa riferimento ai limiti delle strade, ossia quei punti in cui le strade di cittร terminano e iniziano i sentieri che conducono alla zona di campagna, fuori dallโabitato, dove la vita รจ precaria. ร a questa umanitร dei crocicchi che il re della parabola invia i suoi servi, nella certezza di trovare gente disposta a sedersi a mensa. Cosรฌ la sala del banchetto si riempie di ยซesclusiยป, quelli che sono ยซfuoriยป, di coloro che non erano mai sembrati degni di partecipare a una festa, a un banchetto nuziale. Anzi: il padrone, il re, dice ai messaggeri: ยซChiamate tutti, buoni e cattivi. Tutti!ยป. Dio chiama pure i cattivi. ยซNo, io sono cattivo, ne ho fatte tanteโฆยป. Ti chiama: ยซVieni, vieni, vieni!ยป. E Gesรน andava a pranzo con i pubblicani, che erano i peccatori pubblici, erano i cattivi. Dio non ha paura della nostra anima ferita da tante cattiverie, perchรฉ ci ama, ci invita. E la Chiesa รจ chiamata a raggiungere i crocicchi odierni, cioรจ le periferie geografiche ed esistenziali dellโumanitร , quei luoghi ai margini, quelle situazioni in cui si trovano accampati e vivono brandelli di umanitร senza speranza. Si tratta di non adagiarsi sui comodi e abituali modi di evangelizzazione e di testimonianza della caritร , ma di aprire le porte del nostro cuore e delle nostre comunitร a tutti, perchรฉ il Vangelo non รจ riservato a pochi eletti. Anche quanti stanno ai margini, perfino coloro che sono respinti e disprezzati dalla societร , sono considerati da Dio degni del suo amore. Per tutti Egli apparecchia il suo banchetto: giusti e peccatori, buoni e cattivi, intelligenti e incoltiโ.
Accogliere lโabito nuziale
Ma per partecipare al banchetto nuziale occorre accettare lโabito speciale che a tutti viene regalato. โChiunque arriva alla soglia della stanza del banchetto riceve un mantello bianco, un abito di festa donato gratuitamente, che indica lโaver risposto liberamente ยซsรฌยป allโinvito del re. Anche il vestito di nozze basta accoglierlo e indossarlo, non va meritato nรฉ comprato. Cโรจ perรฒ ancora chi si oppone: non accetta quel dono, non vuole quellโabito e non lo indossa! Eppure il re, regalando quel vestito, chiede solo a chi entra al banchetto di essere in tenuta da festa, di essere pulito, di dare un segno di mutamento e di libertร โฆ Quando dunque egli ยซentra per vedere i commensali, scorge un uomo che non indossa lโabito nuzialeยป e che, alla sua richiesta di spiegazioni, tace. ร unโaltra delusione per il re, una chiamata frustrata: egli non vorrebbe, ma di fatto chi rifiuta questo ennesimo dono si ritrova per sua scelta in una situazione mortifera, senza via di salvezza.
A questo punto il linguaggio della parabola, dai tratti tipicamente orientali, nel suo intento di avvertire ed esortare i lettori si fa duro, persino crudele: ยซLegatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; lร sarร pianto e stridore di dentiยป, ordina il re ai servi. Si tratta perรฒ di immagini (e sottolineo, di immagini!) per esprimere una realtร fondamentale: nellโultimo giorno ci sarร un giudizio decisivo, che verterร sullโaver accettato o rifiutato il dono di Dio. Dio ci dona la vita, mai la morte: questโultima la scegliamo noi. E Dio, che rispetta fino in fondo la nostra libertร , con sofferenza ci lascia fare, e cosรฌ ci vede errare lontano da sรฉ e preferire la prigione alla libertร , la distruzione alla vita pienaโ (E. Bianchi).
Carlo Miglietta
Mt 22, 1-14 | Carlo Miglietta 33 kB 2 downloads
MEDITAZIONE SUL VANGELO DELLA DOMENICA XXVIII MATTEO 22,1-14 โฆIl commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.
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