Alle ore 9 di questa mattina, nellโ Aula Paolo VI , il Predicatore della Casa Pontificia, lโEm.mo Card. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Quaresima.
Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente: ยซVoi che dite che io sia?ยป (Matteo 16,15) โ Il dogma cristologico, fonte di luce e ispirazione.
Leggi il testo della predica
Gesu’ di Nazareth – Una persona
Gli Atti degli Apostoli narrano il seguente episodio. Allโarrivo del re Agrippa a Cesarea, il governatore Festo gli presenta il caso di Paolo tenuto in custodia presso di lui, in attesa del processo. Riassume il caso al re con queste parole: โQuelli che lo incolpavano [โฆ] avevano contro di lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesรบ, morto, che Paolo sosteneva essere vivoโ (At 25, 18-19). In questo dettaglio, in apparenza cosรฌ secondario, รจ riassunta la storia dei venti secoli seguiti a quel momento. Tutto gira ancora intorno a โun certo Gesรบโ che il mondo ritiene morto e la Chiesa proclama essere vivo.
ร quello che ci proponiamo di approfondire in questa ultima meditazione, cioรจ che Gesรบ di Nazareth รจ vivo! Non รจ una memoria del passato; non รจ solo un personaggio, ma una persona. Vive โsecondo lo Spiritoโ, certo, ma questo รจ un modo di vivere piรน forte di quello โsecondo la carneโ perchรฉ gli permette di vivere dentro di noi, non fuori o accanto.
Nella nostra rivisitazione del dogma, siamo giunti al nodo che unisce i due capi. Gesรบ โvero uomoโ e Gesรบ โvero Dioโ โ dicevo allโinizio โ sono come i due lati di un triangolo, il cui vertice รจ Gesรบ โuna personaโ. Ricordiamo per sommi capi come si รจ formato il dogma dellโunitร di persona di Cristo. La formula โuna personaโ applicata a Cristo risale a Tertulliano , ma occorsero oltre due secoli di riflessione per capire cosa essa significava di fatto e come potesse conciliarsi con lโaffermazione che Gesรน era vero uomo e vero Dio, cioรจ โdi due natureโ.
Una tappa fondamentale fu il concilio di Efeso del 431, in cui venne definito il titolo di Maria Theotokos, Genitrice di Dio. Se Maria puรฒ essere chiamata โMadre di Dioโ, pur avendo dato alla luce solo la natura umana di Gesรบ, vuol dire che in lui umanitร e divinitร formano una sola persona. Il traguardo definitivo fu perรฒ raggiunto solo nel concilio di Calcedonia del 451, con la formula di cui riportiamo di nuovo la parte relativa allโunitร di Cristo:
Seguendo i santi Padri, allโunanimitร noi insegniamo a confessare
un solo e medesimo Figlio: il Signore nostro Gesรน Cristo, [โฆ],
senza che venga meno la proprietร di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi.
- Pubblicitร -
Se per la piena ricezione della definizione di Nicea occorse un secolo, per la completa ricezione di questโaltra definizione occorsero tutti i secoli successivi, fino ai nostri giorni. Solo, infatti, grazie al recente clima di dialogo ecumenico si รจ potuta ristabilire la comunione tra la Chiesa Ortodossa e le chiese cosiddette Nestoriane e Monofisite dellโOriente cristiano. Si รจ preso atto che nella maggioranza dei casi si trattava di una diversitร di terminologia, non di dottrina. Tutto dipendeva dal significato diverso che si dava dei due termini di โnaturaโ e di โpersonaโ o โipostasiโ.
Dallโaggettivo โunaโ al sostantivo โpersonaโ
Messo al sicuro il suo contenuto ontologico e oggettivo, anche qui, per rivitalizzare il dogma, dobbiamo ora mettere in luce la sua dimensione soggettiva ed esistenziale. San Gregorio Magno diceva che la Scrittura โcresce con coloro che la leggonoโ (cum legentibus crescit) . Dobbiamo dire la stessa cosa del dogma. Esso รจ โuna struttura apertaโ: cresce e si arricchisce, nella misura in cui la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, si trova a vivere nuove problematiche e in nuove culture.
Lo aveva detto, con singolare preveggenza, santโIreneo verso la fine del II secolo. La veritร rivelata, scriveva il santo, รจ โcome un liquore prezioso contenuto in un vaso di valore. Per opera dello Spirito Santo, essa [la veritร ] ringiovanisce sempre e fa ringiovanire anche il vaso che la contieneโ . La Chiesa รจ in grado di leggere la Scrittura e il dogma in modo sempre nuovo, perchรฉ essa stessa รจ resa sempre nuova dallo Spirito Santo!
Ecco il grande e semplicissimo segreto che spiega la perenne giovinezza della Tradizione e, quindi, dei dogmi che ne sono lโespressione piรน alta. Il grande storico della Tradizione cristiana, Jaroslav Pelikan, ha scritto che โla Tradizione รจ la viva fede dei mortiโ (cioรจ la fede dei Padri che continua a vivere); โil Tradizionalismo รจ la morta fede dei viventiโ.
Anche il dogma dellโunica persona di Cristo รจ una โ struttura aperta โ, cioรจ capace di parlarci oggi, di rispondere ai bisogni nuovi della fede, che non sono gli stessi del quinto secolo. Oggi nessuno nega che Cristo sia โ una persona โ. Ci sono alcuni โ abbiamo visto in precedenza โche negano che sia una persona โdivinaโ, preferendo dire che รจ una persona โumanaโ in cui Dio abita, o opera, in modo unico ed eccelso. Ma lโunitร stessa della persona di Cristo, ripeto, non รจ contestata da alcuno.
La cosa oggi piรน importante, circa il dogma di Cristo โuna personaโ, non รจ tanto lโaggettivo โunaโ, quanto il sostantivo โpersonaโ. Non tanto il fatto che sia โuno e identico a se stessoโ (unus et idem), ma che sia โpersonaโ. Questo significa scoprire e proclamare che Gesรน Cristo non รจ unโidea, un problema storico e neppure soltanto un personaggio, ma una persona e una persona vivente! Questo infatti รจ ciรฒ che รจ carente e di cui abbiamo estremo bisogno per non lasciare che il cristianesimo si riduca a ideologia, o semplicemente a teologia.
Ci siamo proposti di rivitalizzare il dogma, ripartendo dalla sua base biblica. Ci rivolgiamo subito perciรฒ alla Scrittura. Partiamo dalla pagina del Nuovo Testamento che ci parla del piรน celebre โincontro personaleโ con il Risorto che mai sia accaduto sulla faccia della terra: quello dellโapostolo Paolo. โSaulo, Saulo, perchรฉ mi perseguiti?โ โChi sei tu?โ โIo sono Gesรบ il Nazareno!โ (cf. At 9,4-5). Che folgorazione! Dopo venti secoli, quella luce ancora illumina la Chiesa e il mondo. Ma ascoltiamo come egli stesso descrive questo incontro:
โQuello che poteva essere per me un guadagno [essere circonciso, della stirpe d’Israele, fariseo, irreprensibile], lโho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimitร della conoscenza di Cristo Gesรน, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioรจ con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perchรฉ io possa conoscere luiโ (Fil 3,7-10).
ร quasi con rossore che oso accostare allโesperienza fiammeggiante di Paolo la mia piccolissima esperienza. Ma รจ proprio Paolo che, con il suo racconto, incoraggia a fare altrettanto, cioรจ a dare testimonianza della grazia di Dio. Studiando e insegnando cristologia, io avevo fatto diverse ricerche sullโorigine del concetto di โpersonaโ in teologia, sulle sue definizioni e diverse interpretazioni. Avevo conosciuto le interminabili discussioni intorno allโunica persona o ipostasi di Cristo nel periodo bizantino, gli sviluppi moderni sulla dimensione psicologica della persona, con il conseguente problema dellโ โIoโ di Cristo, cosรฌ dibattuto quando studiavo teologia. In un certo senso, conoscevo tutto sulla persona di Gesรน, ma non conoscevo Gesรน in persona!
Fu proprio quella parola di Paolo che mi aiutรฒ a capire la differenza. Soprattutto la frase: โperchรฉ io possa conoscere luiโ. Mi sembrava che quel semplice pronome โluiโ (auton) contenesse su Gesรน piรน veritร che interi trattati di cristologia. โLuiโ, vuol dire Gesรน Cristo โ in carne ed ossaโ. Era come incontrare una persona dal vivo, dopo avere conosciuto per anni la sua fotografia. Mi accorsi che io conoscevo libri su Gesรน, dottrine, eresie su Gesรน, concetti su Gesรน, ma non conoscevo lui, persona vivente e presente. Per lo meno non lo conoscevo cosรฌ quando mi accostavo a lui attraverso lo studio della storia e della teologia. Avevo avuto, fino ad allora, una conoscenza impersonale della persona di Cristo. Una contraddizione e un paradosso, ma ahimรจ, quanto frequente!
Persona รจ essere-in-relazione
Riflettendo sul concetto di persona nellโambito della Trinitร , santโAgostino e dopo di lui san Tommaso dโAquino, sono arrivati alla conclusione che โpersonaโ, in Dio, significa relazione. Il Padre รจ tale per la sua relazione al Figlio: tutto il suo essere consiste in questa relazione, come il Figlio รจ tale per la sua relazione al Padre. Il pensiero moderno ha confermato questa intuizione. โLa vera personalitร โ ha scritto il filosofo Hegel โ consiste nel recuperare se stesso immergendosi nellโaltroโ . La persona รจ persona nellโatto in cui si apre a un โtuโ e in questo confronto acquista coscienza di sรฉ. Essere persona รจ โ essere-in-relazione โ.
Questo vale in modo eminente delle persone divine della Trinitร , che sono โ pure relazioni โ, o come si dice in teologia โrelazioni sussistentiโ; ma vale anche di ogni persona nellโambito creato. La persona non si conosce nella sua realtร , se non entrando in โrelazioneโ con essa. Ecco perchรฉ non si puรฒ conoscere Gesรน come persona, se non entrando in un rapporto personale, da io a tu, con lui. โLa fede non termina agli enunciati, ma alle coseโ, ha detto san Tommaso dโAquino . Noi non possiamo accontentarci di credere nella formula โuna personaโ; dobbiamo raggiungere la persona stessa e, mediante la fede e la preghiera, โtoccarlaโ.
Dobbiamo porci seriamente una domanda: Gesรน รจ per me una persona, o solamente un personaggio? Cโรจ una grande differenza tra le due cose. Il personaggio โ tipo Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Napoleone โ รจ uno di cui si puรฒ parlare e scrivere quanto si vuole, ma al quale e con il quale รจ impossibile parlare. Purtroppo, per la grande maggioranza dei cristiani Gesรน รจ un personaggio, non una persona. ร lโoggetto di un insieme di dogmi, dottrine o eresie; uno di cui celebriamo la memoria nella liturgia, che crediamo realmente presente nellโEucaristia, tutto quello che si vuole. Ma se rimaniamo sul piano della fede oggettiva, senza sviluppare una relazione esistenziale con lui, egli rimane esterno a noi, ci tocca la mente, ma non riscalda il cuore. Rimane, nonostante tutto, nel passato; tra noi e lui si interpongono, inconsciamente, venti secoli di distanza. Sullo sfondo di tutto questo, si comprende il senso e lโimportanza di quellโinvito che papa Francesco ha posto allโinizio della sua esortazione apostolica Evangelii gaudium:
โInvito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesรน Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non cโรจ motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non รจ per luiโ (EG, 3).
Nella vita della maggioranza delle persone cโรจ un evento che divide la vita in due parti, creando un prima e un dopo. Per gli sposati, questo รจ il matrimonio ed essi dividono la propria vita cosรฌ: โprima di sposarmiโ e โdopo sposatoโ; per i vescovi e i sacerdoti รจ la consacrazione episcopale o lโordinazione sacerdotale; per i consacrati รจ la professione religiosa. Dal punto di vista spirituale cโรจ un solo evento che crea veramente e per tutti un prima e un dopo. La vita di ogni persona, si divide esattamente come si divide la storia universale: โavanti Cristoโ e โdopo Cristoโ, prima dellโincontro personale con Cristo e in seguito ad esso.
Questo incontro noi lo possiamo intravedere, sentirne parlare, desiderarlo, ma per sperimentarlo cโรจ un solo mezzo. Non รจ cosa che si puรฒ ottenere leggendo libri o ascoltando una predica. Solo per opera dello Spirito Santo! Sappiamo perciรฒ a chi dobbiamo chiederlo e sappiamo che lui non aspetta altro che glielo chiediamoโฆPer tesciamus da Patre, noscamus atque Filium: โFaโ che per mezzo tuo conosciamo il Padre e conosciamo anche il Figlioโ. Che lo conosciamo di questa conoscenza intima e personale che cambia la vita.
Cristo, persona โdivinaโ
Ma dobbiamo fare un passo avanti. Se ci fermassimo qui, perderemmo la rivelazione piรน consolante racchiusa nel dogma di Cristo โpersonaโ, e persona โdivinaโ. Non saremo mai abbastanza grati alla Chiesa antica per aver lottato, qualche volta letteralmente fino al sangue, per mantenere la veritร che Cristo รจ โuna sola personaโ e che questa persona non รจ altri che il Figlio eterno di Dio, una delle tre persone della Trinitร . Cerchiamo di capire perchรฉ.
Lโapporto piรน fecondo e duraturo di santโAgostino in teologia รจ lโavere fondato il dogma della Trinitร sullโaffermazione giovannea โDio รจ amoreโ (1 Gv 4,8). Ogni amore implica un amante, un amato e un amore che li unisce ed รจ cosรฌ che egli definisce le tre divine persone: il Padre รจ colui che ama, il Figlio lโamato e lo Spirito Santo, lโamore che li unisce .
Non esiste amore che non sia amore di qualcuno o di qualcosa, come non si dร conoscenza che non sia conoscenza di qualcosa. Non esiste un amore โa vuotoโ, senza oggetto. Ci domandiamo allora: chi ama Dio, per essere definito amore? Lโuomo? Ma allora รจ amore solo da qualche centinaio di milioni di anni. Lโuniverso? Ma allora รจ amore solo da qualche decina di miliardi di anni. E prima chi amava Dio per essere lโamore? Ed ecco la risposta della rivelazione biblica, esplicitata dalla Chiesa. Dio รจ amore da sempre, ab aeterno, perchรฉ prima ancora che esistesse un oggetto fuori di sรฉ da amare, aveva in se stesso il Verbo, il Figlio che amava con amore infinito, cioรจ โnello Spirito Santoโ.
Questo non spiega โcomeโ lโunitร possa essere contemporaneamente trinitร (questo รจ un mistero inconoscibile da noi perchรฉ avviene solo in Dio), ma ci basta almeno per intuire โperchรฉโ, in Dio, la pluralitร non contraddice lโunitร . ร perchรฉ โDio รจ amoreโ! Un Dio che fosse pura conoscenza o pura legge, o puro potere, non avrebbe certo bisogno di essere trino (questo anzi complicherebbe le cose); ma un Dio che รจ anzitutto amore sรฌ, perchรฉ meno che tra due, non ci puรฒ essere amore.
Il mistero piรน grande e piรน inaccessibile alla mente umana non รจ, secondo me, che Dio รจ uno e trino, ma รจ che Dio รจ amore. โOccorre โ ha scritto de Lubac โ che il mondo lo sappia: la rivelazione di Dio come amore sconvolge tutto quello che esso aveva concepito in precedenza della divinitร โ . ร verissimo, ma purtroppo siamo ancora lontani dallโavere tratto tutte le conseguenze da questa rivoluzione. Lo dimostra il fatto che lโimmagine di Dio che domina nellโinconscio umano รจ quella dellโessere assoluto, non dellโamore assoluto; un Dio che รจ essenzialmente onnisciente, onnipotente e soprattutto giusto. Lโamore e la misericordia sono visti come un correttivo che modera la giustizia. Sono lโesponente, non la base.
Noi moderni proclamiamo che la persona รจ il valore supremo da rispettare in ogni campo, il fondamento ultimo della dignitร umana. Da dove deriva questo concetto moderno di persona, lo si capisce perรฒ solo partendo dalla Trinitร . Lo ha messo bene in luce il teologo ortodosso Johannes Zizioulas, mostrando la feconditร e lโarricchimento reciproco che si ottiene nel dialogo tra teologia latina e teologia greca sulla Trinitร . Egli dimostra, in vari suoi scritti, come il concetto moderno di persona รจ figlio diretto della dottrina delle Trinitร e spiega in che senso.
โLโamore รจ una categoria ontologica che consiste nel dare spazio allโaltra persona di esistere come altro e acquisire lโesistenza nel e attraverso lโaltro . Eโ un atteggiamento kenotico, un dare se stesso [โฆ]. Questo รจ ciรฒ che avviene nella Trinitร dove il Padre ama dando tutto se stesso al Figlio e facendolo esistere come Figlio. [โฆ] Questo, quindi, รจ ciรฒ che significa essere una persona umana alla luce della teologia Trinitaria. Significa un modo di essere in cui noi acquisiamo le nostre identitร non distanziandoci dagli altri ma in comunione con essi nel e attraverso un amore che โnon cerca il proprio interesseโ (1 Cor 13,5) ma รจ pronto a sacrificare il suo vero essere per permettere allโaltro di essere ed essere altro. Eโ esattamente il modo di essere che si trova nella Croce di Cristo dove lโamore divino rivela pienamente se stesso nella nostra esistenza storicaโ.
Cristo, essendo persona divina, trinitaria, ha dunque con noi una relazione dโamore che fonda la nostra libertร (cf. Gal 5,1). โMi ha amato e ha dato se stesso per meโ (Gal 2,20): si potrebbero passare ore intere a ripetere dentro di sรฉ questa parola, senza finire mai di stupirsi. Lui, Dio, ha amato me, creatura da nulla e ingrata! Ha dato se stesso โ la sua vita, il suo sangue โ per me. Singolarmente per me! ร un abisso nel quale ci si perde.
Il nostro โrapporto personaleโ con Cristo รจ dunque essenzialmente un rapporto di amore. Consiste nellโessere amati da Cristo e amare Cristo. Questo vale per tutti, ma assume un significato particolare per i pastori della Chiesa. Si ripete spesso (a partire dallo stesso santโAgostino) che la roccia su cui Gesรบ promette di fondare la sua Chiesa รจ la fede di Pietro, lโaverlo proclamato โMessia e Figlio del Dio viventeโ (Mt 16, 16). Si trascura, mi pare, quello che Gesรบ dice al momento del conferimento di fatto del primato a Pietro: โSimone, figlio di Giovanni, ami tu? โฆPasci le mie pecore!โ (cf. Gv 21, 15-16). Lโufficio del pastore trae la sua forza segreta dallโamore per Cristo. Lโamore, non meno che la fede, lo rende una cosa sola con la Roccia che รจ Cristo.
โChi ci separerร dallโamore di Cristo?โ
Termino mettendo in luce la conseguenza di tutto ciรฒ per la nostra vita, in un momento di grande tribolazione per tutta lโumanitร come รจ il presente. Ce lo facciamo spiegare, anche questa volta, dallโapostolo Paolo. Nella Lettera ai Romani egli scrive:
Chi ci separerร dallโamore di Cristo? Forse la tribolazione, lโangoscia, la persecuzione, la fame, la nuditร , il pericolo, la spada? (Rom 8, 35)
Non si tratta di una numerazione astratta e generica. I pericoli e le tribolazioni che egli enumera sono le cose che, di fatto, egli ha sperimentato nella sua vita. Le descrive dettagliatamente nella Seconda Lettera ai Corinzi, dove alle prove qui elencate aggiunge quella che piรน lo faceva soffrire, e cioรจ lโopposizione ostinata da parte di alcuni dei suoi (cf 2 Cor 11, 23 ss). LโApostolo, in altre parole, passa in rassegna nella sua mente tutte le prove attraversate, constata che nessuna di esse รจ cosรฌ forte da reggere al confronto con il pensiero dellโamore di Cristo, e conclude perciรฒ trionfalmente: โIn tutte queste cose, noi siamo piรน che vincitori, per virtรน di colui che ci ha amatiโ (Rom 8,37).
LโApostolo invita, tacitamente, ciascuno di noi a fare lo stesso. Ci suggerisce un metodo di guarigione interiore basato sullโamore. Ci invita a portare a galla le angosce che si annidano nel nostro cuore, le tristezze, le paure, i complessi, quel difetto fisico o morale che non ci fa accettare serenamente noi stessi, quel ricordo penoso e umiliante, quel torto subito, la sorda opposizione da parte di qualcunoโฆ Esporre tutto ciรฒ alla luce del pensiero che Dio mi ama, e troncare ogni pensiero negativo, dicendo a noi stessi, come lโApostolo: โSe Dio รจ con noi, chi sarร contro di noi?โ (Rom 8,31).
Dalla sua vita personale, lโApostolo solleva, subito dopo, lo sguardo sul mondo che lo circonda e sullโesistenza umana in generale:
Nรฉ morte nรฉ vita, nรฉ angeli nรฉ principati; nรฉ presente nรฉ avvenire, nรฉ potenze, nรฉ altezza nรฉ profonditร , nรฉ alcunโaltra creatura potrร mai separarci dallโamore di Dio, in Cristo Gesรน, nostro Signore (Rm 8, 38-39).
Non si tratta anche qui di un elenco astratto. Egli osserva il โsuoโ mondo, con le potenze che lo rendevano minaccioso: la morte con il suo mistero, la vita presente con la sua incertezza, le potenze astrali o quelle infernali che incutevano tanto terrore allโuomo antico. Siamo invitati, ancora una volta, a fare lo stesso: a guardare con occhi di fede il mondo che ci circonda e che ci fa ancora piรน paura ora che lโuomo ha acquisito il potere di sconvolgerlo con le sue armi e le sue manipolazioni. Quello che Paolo chiama lโโaltezzaโ e la โprofonditร โ, sono per noi โ nellโaccresciuta conoscenza delle dimensioni del cosmo โ lโinfinitamente grande sopra di noi e lโinfinitamente piccolo sotto di noi. In questo momento, quellโinfinitamente piccolo che รจ il corona virus che da un anno tiene in ginocchio lโintera umanitร .
Fra una settimana sarร il Venerdรฌ Santo e subito dopo la Domenica di risurrezione. Risorgendo, Gesรบ non รจ tornato alla vita di prima come Lazzaro, ma a una vita migliore, libera da ogni affanno. Speriamo che sia cosรฌ anche per noi. Che dal sepolcro in cui ci ha tenuti rinchiusi per un anno la pandemia, il mondo โ come ci va ripetendo continuamente il Santo Padre โ esca migliore, non lo stesso di prima.
1.Tertulliano, Adversus Praxean, 27, 11.
2.Denzinger โ Schonmetzer, Enchiridion Symbolorum, nr. 301-302.
3.S. Gregorio Magno, Moralia in Job, XX, 1.
4.S. Ireneo, Adversus Haereses, III, 24,1.
5.The Christian Tradition: A History of the Development of Doctrine, 5 vols. (1973โ1990). University of Chicago Press.
6.S. Agostino, De Trinitate, V,5,6.
7.F. Hegel, Lezioni di filosofia della religione.
8.S. Tommaso dโAquino, S.Th., II-IIae, q.1, a.2, ad 2.
9.S. Agostino, De Trinitate, VI, 5, 7; IX, 22.
10.H. de Lubac, Histoire et Esprit, Aubier, Parigi 1950, cap.5.
11.J. Zizioulas, Lโidea di persona umana deriva dalla Trinitร : Conferenza tenuta a Milano nel 2015; https://www.chiesadimilano.it/wp-content/uploads/2017/05/Intervento-Zizioulas.