Card. Raniero Cantalamessa – Quarta Predica di Quaresima in Vaticano – 26 Marzo 2021

1919

Alle ore 9 di questa mattina, nellโ€™ Aula Paolo VI , il Predicatore della Casa Pontificia, lโ€™Em.mo Card. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Quaresima.

Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente: ยซVoi che dite che io sia?ยป (Matteo 16,15) โ€“ Il dogma cristologico, fonte di luce e ispirazione.

Leggi il testo della predica

Gesu’ di Nazareth – Una persona

Gli Atti degli Apostoli narrano il seguente episodio. Allโ€™arrivo del re Agrippa a Cesarea, il governatore Festo gli presenta il caso di Paolo tenuto in custodia presso di lui, in attesa del processo. Riassume il caso al re con queste parole: โ€œQuelli che lo incolpavano [โ€ฆ] avevano contro di lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesรบ, morto, che Paolo sosteneva essere vivoโ€ (At 25, 18-19). In questo dettaglio, in apparenza cosรฌ secondario, รจ riassunta la storia dei venti secoli seguiti a quel momento. Tutto gira ancora intorno a โ€œun certo Gesรบโ€ che il mondo ritiene morto e la Chiesa proclama essere vivo.
รˆ quello che ci proponiamo di approfondire in questa ultima meditazione, cioรจ che Gesรบ di Nazareth รจ vivo! Non รจ una memoria del passato; non รจ solo un personaggio, ma una persona. Vive โ€œsecondo lo Spiritoโ€, certo, ma questo รจ un modo di vivere piรน forte di quello โ€œsecondo la carneโ€ perchรฉ gli permette di vivere dentro di noi, non fuori o accanto.
Nella nostra rivisitazione del dogma, siamo giunti al nodo che unisce i due capi. Gesรบ โ€œvero uomoโ€ e Gesรบ โ€œvero Dioโ€ โ€“ dicevo allโ€™inizio โ€“ sono come i due lati di un triangolo, il cui vertice รจ Gesรบ โ€œuna personaโ€. Ricordiamo per sommi capi come si รจ formato il dogma dellโ€™unitร  di persona di Cristo. La formula โ€œuna personaโ€ applicata a Cristo risale a Tertulliano , ma occorsero oltre due secoli di riflessione per capire cosa essa significava di fatto e come potesse conciliarsi con lโ€™affermazione che Gesรน era vero uomo e vero Dio, cioรจ โ€œdi due natureโ€.
Una tappa fondamentale fu il concilio di Efeso del 431, in cui venne definito il titolo di Maria Theotokos, Genitrice di Dio. Se Maria puรฒ essere chiamata โ€œMadre di Dioโ€, pur avendo dato alla luce solo la natura umana di Gesรบ, vuol dire che in lui umanitร  e divinitร  formano una sola persona. Il traguardo definitivo fu perรฒ raggiunto solo nel concilio di Calcedonia del 451, con la formula di cui riportiamo di nuovo la parte relativa allโ€™unitร  di Cristo:

Seguendo i santi Padri, allโ€™unanimitร  noi insegniamo a confessare
un solo e medesimo Figlio: il Signore nostro Gesรน Cristo, [โ€ฆ],
senza che venga meno la proprietร  di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi.

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Se per la piena ricezione della definizione di Nicea occorse un secolo, per la completa ricezione di questโ€™altra definizione occorsero tutti i secoli successivi, fino ai nostri giorni. Solo, infatti, grazie al recente clima di dialogo ecumenico si รจ potuta ristabilire la comunione tra la Chiesa Ortodossa e le chiese cosiddette Nestoriane e Monofisite dellโ€™Oriente cristiano. Si รจ preso atto che nella maggioranza dei casi si trattava di una diversitร  di terminologia, non di dottrina. Tutto dipendeva dal significato diverso che si dava dei due termini di โ€œnaturaโ€ e di โ€œpersonaโ€ o โ€œipostasiโ€.

Dallโ€™aggettivo โ€œunaโ€ al sostantivo โ€œpersonaโ€

Messo al sicuro il suo contenuto ontologico e oggettivo, anche qui, per rivitalizzare il dogma, dobbiamo ora mettere in luce la sua dimensione soggettiva ed esistenziale. San Gregorio Magno diceva che la Scrittura โ€œcresce con coloro che la leggonoโ€ (cum legentibus crescit) . Dobbiamo dire la stessa cosa del dogma. Esso รจ โ€œuna struttura apertaโ€: cresce e si arricchisce, nella misura in cui la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, si trova a vivere nuove problematiche e in nuove culture.
Lo aveva detto, con singolare preveggenza, santโ€™Ireneo verso la fine del II secolo. La veritร  rivelata, scriveva il santo, รจ โ€œcome un liquore prezioso contenuto in un vaso di valore. Per opera dello Spirito Santo, essa [la veritร ] ringiovanisce sempre e fa ringiovanire anche il vaso che la contieneโ€ . La Chiesa รจ in grado di leggere la Scrittura e il dogma in modo sempre nuovo, perchรฉ essa stessa รจ resa sempre nuova dallo Spirito Santo!
Ecco il grande e semplicissimo segreto che spiega la perenne giovinezza della Tradizione e, quindi, dei dogmi che ne sono lโ€™espressione piรน alta. Il grande storico della Tradizione cristiana, Jaroslav Pelikan, ha scritto che โ€œla Tradizione รจ la viva fede dei mortiโ€ (cioรจ la fede dei Padri che continua a vivere); โ€œil Tradizionalismo รจ la morta fede dei viventiโ€.
Anche il dogma dellโ€™unica persona di Cristo รจ una โ€œ struttura aperta โ€œ, cioรจ capace di parlarci oggi, di rispondere ai bisogni nuovi della fede, che non sono gli stessi del quinto secolo. Oggi nessuno nega che Cristo sia โ€œ una persona โ€œ. Ci sono alcuni โ€“ abbiamo visto in precedenza โ€“che negano che sia una persona โ€œdivinaโ€œ, preferendo dire che รจ una persona โ€œumanaโ€œ in cui Dio abita, o opera, in modo unico ed eccelso. Ma lโ€™unitร  stessa della persona di Cristo, ripeto, non รจ contestata da alcuno.
La cosa oggi piรน importante, circa il dogma di Cristo โ€una personaโ€œ, non รจ tanto lโ€™aggettivo โ€œunaโ€œ, quanto il sostantivo โ€œpersonaโ€. Non tanto il fatto che sia โ€œuno e identico a se stessoโ€ (unus et idem), ma che sia โ€œpersonaโ€. Questo significa scoprire e proclamare che Gesรน Cristo non รจ unโ€™idea, un problema storico e neppure soltanto un personaggio, ma una persona e una persona vivente! Questo infatti รจ ciรฒ che รจ carente e di cui abbiamo estremo bisogno per non lasciare che il cristianesimo si riduca a ideologia, o semplicemente a teologia.
Ci siamo proposti di rivitalizzare il dogma, ripartendo dalla sua base biblica. Ci rivolgiamo subito perciรฒ alla Scrittura. Partiamo dalla pagina del Nuovo Testamento che ci parla del piรน celebre โ€œincontro personaleโ€ con il Risorto che mai sia accaduto sulla faccia della terra: quello dellโ€™apostolo Paolo. โ€œSaulo, Saulo, perchรฉ mi perseguiti?โ€ โ€œChi sei tu?โ€ โ€œIo sono Gesรบ il Nazareno!โ€ (cf. At 9,4-5). Che folgorazione! Dopo venti secoli, quella luce ancora illumina la Chiesa e il mondo. Ma ascoltiamo come egli stesso descrive questo incontro:

โ€œQuello che poteva essere per me un guadagno [essere circonciso, della stirpe d’Israele, fariseo, irreprensibile], lโ€™ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimitร  della conoscenza di Cristo Gesรน, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioรจ con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perchรฉ io possa conoscere luiโ€œ (Fil 3,7-10).
รˆ quasi con rossore che oso accostare allโ€™esperienza fiammeggiante di Paolo la mia piccolissima esperienza. Ma รจ proprio Paolo che, con il suo racconto, incoraggia a fare altrettanto, cioรจ a dare testimonianza della grazia di Dio. Studiando e insegnando cristologia, io avevo fatto diverse ricerche sullโ€™origine del concetto di โ€œpersonaโ€ in teologia, sulle sue definizioni e diverse interpretazioni. Avevo conosciuto le interminabili discussioni intorno allโ€™unica persona o ipostasi di Cristo nel periodo bizantino, gli sviluppi moderni sulla dimensione psicologica della persona, con il conseguente problema dellโ€™ โ€œIoโ€œ di Cristo, cosรฌ dibattuto quando studiavo teologia. In un certo senso, conoscevo tutto sulla persona di Gesรน, ma non conoscevo Gesรน in persona!
Fu proprio quella parola di Paolo che mi aiutรฒ a capire la differenza. Soprattutto la frase: โ€œperchรฉ io possa conoscere luiโ€. Mi sembrava che quel semplice pronome โ€œluiโ€ (auton) contenesse su Gesรน piรน veritร  che interi trattati di cristologia. โ€œLuiโ€œ, vuol dire Gesรน Cristo โ€œ in carne ed ossaโ€œ. Era come incontrare una persona dal vivo, dopo avere conosciuto per anni la sua fotografia. Mi accorsi che io conoscevo libri su Gesรน, dottrine, eresie su Gesรน, concetti su Gesรน, ma non conoscevo lui, persona vivente e presente. Per lo meno non lo conoscevo cosรฌ quando mi accostavo a lui attraverso lo studio della storia e della teologia. Avevo avuto, fino ad allora, una conoscenza impersonale della persona di Cristo. Una contraddizione e un paradosso, ma ahimรจ, quanto frequente!

Persona รจ essere-in-relazione

Riflettendo sul concetto di persona nellโ€™ambito della Trinitร , santโ€™Agostino e dopo di lui san Tommaso dโ€™Aquino, sono arrivati alla conclusione che โ€œpersonaโ€, in Dio, significa relazione. Il Padre รจ tale per la sua relazione al Figlio: tutto il suo essere consiste in questa relazione, come il Figlio รจ tale per la sua relazione al Padre. Il pensiero moderno ha confermato questa intuizione. โ€œLa vera personalitร  โ€“ ha scritto il filosofo Hegel โ€“ consiste nel recuperare se stesso immergendosi nellโ€™altroโ€ . La persona รจ persona nellโ€™atto in cui si apre a un โ€œtuโ€ e in questo confronto acquista coscienza di sรฉ. Essere persona รจ โ€œ essere-in-relazione โ€œ.
Questo vale in modo eminente delle persone divine della Trinitร , che sono โ€œ pure relazioni โ€œ, o come si dice in teologia โ€œrelazioni sussistentiโ€; ma vale anche di ogni persona nellโ€™ambito creato. La persona non si conosce nella sua realtร , se non entrando in โ€œrelazioneโ€ con essa. Ecco perchรฉ non si puรฒ conoscere Gesรน come persona, se non entrando in un rapporto personale, da io a tu, con lui. โ€œLa fede non termina agli enunciati, ma alle coseโ€œ, ha detto san Tommaso dโ€™Aquino . Noi non possiamo accontentarci di credere nella formula โ€una personaโ€; dobbiamo raggiungere la persona stessa e, mediante la fede e la preghiera, โ€œtoccarlaโ€.
Dobbiamo porci seriamente una domanda: Gesรน รจ per me una persona, o solamente un personaggio? Cโ€™รจ una grande differenza tra le due cose. Il personaggio โ€“ tipo Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Napoleone โ€“ รจ uno di cui si puรฒ parlare e scrivere quanto si vuole, ma al quale e con il quale รจ impossibile parlare. Purtroppo, per la grande maggioranza dei cristiani Gesรน รจ un personaggio, non una persona. รˆ lโ€™oggetto di un insieme di dogmi, dottrine o eresie; uno di cui celebriamo la memoria nella liturgia, che crediamo realmente presente nellโ€™Eucaristia, tutto quello che si vuole. Ma se rimaniamo sul piano della fede oggettiva, senza sviluppare una relazione esistenziale con lui, egli rimane esterno a noi, ci tocca la mente, ma non riscalda il cuore. Rimane, nonostante tutto, nel passato; tra noi e lui si interpongono, inconsciamente, venti secoli di distanza. Sullo sfondo di tutto questo, si comprende il senso e lโ€™importanza di quellโ€™invito che papa Francesco ha posto allโ€™inizio della sua esortazione apostolica Evangelii gaudium:

โ€œInvito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesรน Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non cโ€™รจ motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non รจ per luiโ€ (EG, 3).

Nella vita della maggioranza delle persone cโ€™รจ un evento che divide la vita in due parti, creando un prima e un dopo. Per gli sposati, questo รจ il matrimonio ed essi dividono la propria vita cosรฌ: โ€œprima di sposarmiโ€ e โ€œdopo sposatoโ€; per i vescovi e i sacerdoti รจ la consacrazione episcopale o lโ€™ordinazione sacerdotale; per i consacrati รจ la professione religiosa. Dal punto di vista spirituale cโ€™รจ un solo evento che crea veramente e per tutti un prima e un dopo. La vita di ogni persona, si divide esattamente come si divide la storia universale: โ€œavanti Cristoโ€ e โ€œdopo Cristoโ€, prima dellโ€™incontro personale con Cristo e in seguito ad esso.

Questo incontro noi lo possiamo intravedere, sentirne parlare, desiderarlo, ma per sperimentarlo cโ€™รจ un solo mezzo. Non รจ cosa che si puรฒ ottenere leggendo libri o ascoltando una predica. Solo per opera dello Spirito Santo! Sappiamo perciรฒ a chi dobbiamo chiederlo e sappiamo che lui non aspetta altro che glielo chiediamoโ€ฆPer tesciamus da Patre, noscamus atque Filium: โ€œFaโ€™ che per mezzo tuo conosciamo il Padre e conosciamo anche il Figlioโ€. Che lo conosciamo di questa conoscenza intima e personale che cambia la vita.

Cristo, persona โ€œdivinaโ€

Ma dobbiamo fare un passo avanti. Se ci fermassimo qui, perderemmo la rivelazione piรน consolante racchiusa nel dogma di Cristo โ€œpersonaโ€, e persona โ€œdivinaโ€. Non saremo mai abbastanza grati alla Chiesa antica per aver lottato, qualche volta letteralmente fino al sangue, per mantenere la veritร  che Cristo รจ โ€œuna sola personaโ€ e che questa persona non รจ altri che il Figlio eterno di Dio, una delle tre persone della Trinitร . Cerchiamo di capire perchรฉ.
Lโ€™apporto piรน fecondo e duraturo di santโ€™Agostino in teologia รจ lโ€™avere fondato il dogma della Trinitร  sullโ€™affermazione giovannea โ€œDio รจ amoreโ€ (1 Gv 4,8). Ogni amore implica un amante, un amato e un amore che li unisce ed รจ cosรฌ che egli definisce le tre divine persone: il Padre รจ colui che ama, il Figlio lโ€™amato e lo Spirito Santo, lโ€™amore che li unisce .
Non esiste amore che non sia amore di qualcuno o di qualcosa, come non si dร  conoscenza che non sia conoscenza di qualcosa. Non esiste un amore โ€œa vuotoโ€, senza oggetto. Ci domandiamo allora: chi ama Dio, per essere definito amore? Lโ€™uomo? Ma allora รจ amore solo da qualche centinaio di milioni di anni. Lโ€™universo? Ma allora รจ amore solo da qualche decina di miliardi di anni. E prima chi amava Dio per essere lโ€™amore? Ed ecco la risposta della rivelazione biblica, esplicitata dalla Chiesa. Dio รจ amore da sempre, ab aeterno, perchรฉ prima ancora che esistesse un oggetto fuori di sรฉ da amare, aveva in se stesso il Verbo, il Figlio che amava con amore infinito, cioรจ โ€œnello Spirito Santoโ€.
Questo non spiega โ€œcomeโ€ lโ€™unitร  possa essere contemporaneamente trinitร  (questo รจ un mistero inconoscibile da noi perchรฉ avviene solo in Dio), ma ci basta almeno per intuire โ€œperchรฉโ€, in Dio, la pluralitร  non contraddice lโ€™unitร . รˆ perchรฉ โ€œDio รจ amoreโ€! Un Dio che fosse pura conoscenza o pura legge, o puro potere, non avrebbe certo bisogno di essere trino (questo anzi complicherebbe le cose); ma un Dio che รจ anzitutto amore sรฌ, perchรฉ meno che tra due, non ci puรฒ essere amore.
Il mistero piรน grande e piรน inaccessibile alla mente umana non รจ, secondo me, che Dio รจ uno e trino, ma รจ che Dio รจ amore. โ€Occorre โ€“ ha scritto de Lubac โ€“ che il mondo lo sappia: la rivelazione di Dio come amore sconvolge tutto quello che esso aveva concepito in precedenza della divinitร โ€ . รˆ verissimo, ma purtroppo siamo ancora lontani dallโ€™avere tratto tutte le conseguenze da questa rivoluzione. Lo dimostra il fatto che lโ€™immagine di Dio che domina nellโ€™inconscio umano รจ quella dellโ€™essere assoluto, non dellโ€™amore assoluto; un Dio che รจ essenzialmente onnisciente, onnipotente e soprattutto giusto. Lโ€™amore e la misericordia sono visti come un correttivo che modera la giustizia. Sono lโ€™esponente, non la base.
Noi moderni proclamiamo che la persona รจ il valore supremo da rispettare in ogni campo, il fondamento ultimo della dignitร  umana. Da dove deriva questo concetto moderno di persona, lo si capisce perรฒ solo partendo dalla Trinitร . Lo ha messo bene in luce il teologo ortodosso Johannes Zizioulas, mostrando la feconditร  e lโ€™arricchimento reciproco che si ottiene nel dialogo tra teologia latina e teologia greca sulla Trinitร . Egli dimostra, in vari suoi scritti, come il concetto moderno di persona รจ figlio diretto della dottrina delle Trinitร  e spiega in che senso.
โ€œLโ€™amore รจ una categoria ontologica che consiste nel dare spazio allโ€™altra persona di esistere come altro e acquisire lโ€™esistenza nel e attraverso lโ€™altro . Eโ€™ un atteggiamento kenotico, un dare se stesso [โ€ฆ]. Questo รจ ciรฒ che avviene nella Trinitร  dove il Padre ama dando tutto se stesso al Figlio e facendolo esistere come Figlio. [โ€ฆ] Questo, quindi, รจ ciรฒ che significa essere una persona umana alla luce della teologia Trinitaria. Significa un modo di essere in cui noi acquisiamo le nostre identitร  non distanziandoci dagli altri ma in comunione con essi nel e attraverso un amore che โ€œnon cerca il proprio interesseโ€ (1 Cor 13,5) ma รจ pronto a sacrificare il suo vero essere per permettere allโ€™altro di essere ed essere altro. Eโ€™ esattamente il modo di essere che si trova nella Croce di Cristo dove lโ€™amore divino rivela pienamente se stesso nella nostra esistenza storicaโ€.
Cristo, essendo persona divina, trinitaria, ha dunque con noi una relazione dโ€™amore che fonda la nostra libertร  (cf. Gal 5,1). โ€œMi ha amato e ha dato se stesso per meโ€ (Gal 2,20): si potrebbero passare ore intere a ripetere dentro di sรฉ questa parola, senza finire mai di stupirsi. Lui, Dio, ha amato me, creatura da nulla e ingrata! Ha dato se stesso โ€“ la sua vita, il suo sangue โ€“ per me. Singolarmente per me! รˆ un abisso nel quale ci si perde.
Il nostro โ€œrapporto personaleโ€ con Cristo รจ dunque essenzialmente un rapporto di amore. Consiste nellโ€™essere amati da Cristo e amare Cristo. Questo vale per tutti, ma assume un significato particolare per i pastori della Chiesa. Si ripete spesso (a partire dallo stesso santโ€™Agostino) che la roccia su cui Gesรบ promette di fondare la sua Chiesa รจ la fede di Pietro, lโ€™averlo proclamato โ€œMessia e Figlio del Dio viventeโ€ (Mt 16, 16). Si trascura, mi pare, quello che Gesรบ dice al momento del conferimento di fatto del primato a Pietro: โ€œSimone, figlio di Giovanni, ami tu? โ€ฆPasci le mie pecore!โ€ (cf. Gv 21, 15-16). Lโ€™ufficio del pastore trae la sua forza segreta dallโ€™amore per Cristo. Lโ€™amore, non meno che la fede, lo rende una cosa sola con la Roccia che รจ Cristo.

โ€œChi ci separerร  dallโ€™amore di Cristo?โ€

Termino mettendo in luce la conseguenza di tutto ciรฒ per la nostra vita, in un momento di grande tribolazione per tutta lโ€™umanitร  come รจ il presente. Ce lo facciamo spiegare, anche questa volta, dallโ€™apostolo Paolo. Nella Lettera ai Romani egli scrive:
Chi ci separerร  dallโ€™amore di Cristo? Forse la tribolazione, lโ€™angoscia, la persecuzione, la fame, la nuditร , il pericolo, la spada? (Rom 8, 35)
Non si tratta di una numerazione astratta e generica. I pericoli e le tribolazioni che egli enumera sono le cose che, di fatto, egli ha sperimentato nella sua vita. Le descrive dettagliatamente nella Seconda Lettera ai Corinzi, dove alle prove qui elencate aggiunge quella che piรน lo faceva soffrire, e cioรจ lโ€™opposizione ostinata da parte di alcuni dei suoi (cf 2 Cor 11, 23 ss). Lโ€™Apostolo, in altre parole, passa in rassegna nella sua mente tutte le prove attraversate, constata che nessuna di esse รจ cosรฌ forte da reggere al confronto con il pensiero dellโ€™amore di Cristo, e conclude perciรฒ trionfalmente: โ€œIn tutte queste cose, noi siamo piรน che vincitori, per virtรน di colui che ci ha amatiโ€ (Rom 8,37).

Lโ€™Apostolo invita, tacitamente, ciascuno di noi a fare lo stesso. Ci suggerisce un metodo di guarigione interiore basato sullโ€™amore. Ci invita a portare a galla le angosce che si annidano nel nostro cuore, le tristezze, le paure, i complessi, quel difetto fisico o morale che non ci fa accettare serenamente noi stessi, quel ricordo penoso e umiliante, quel torto subito, la sorda opposizione da parte di qualcunoโ€ฆ Esporre tutto ciรฒ alla luce del pensiero che Dio mi ama, e troncare ogni pensiero negativo, dicendo a noi stessi, come lโ€™Apostolo: โ€œSe Dio รจ con noi, chi sarร  contro di noi?โ€ (Rom 8,31).

Dalla sua vita personale, lโ€™Apostolo solleva, subito dopo, lo sguardo sul mondo che lo circonda e sullโ€™esistenza umana in generale:

Nรฉ morte nรฉ vita, nรฉ angeli nรฉ principati; nรฉ presente nรฉ avvenire, nรฉ potenze, nรฉ altezza nรฉ profonditร , nรฉ alcunโ€™altra creatura potrร  mai separarci dallโ€™amore di Dio, in Cristo Gesรน, nostro Signore (Rm 8, 38-39).

Non si tratta anche qui di un elenco astratto. Egli osserva il โ€œsuoโ€ mondo, con le potenze che lo rendevano minaccioso: la morte con il suo mistero, la vita presente con la sua incertezza, le potenze astrali o quelle infernali che incutevano tanto terrore allโ€™uomo antico. Siamo invitati, ancora una volta, a fare lo stesso: a guardare con occhi di fede il mondo che ci circonda e che ci fa ancora piรน paura ora che lโ€™uomo ha acquisito il potere di sconvolgerlo con le sue armi e le sue manipolazioni. Quello che Paolo chiama lโ€™โ€œaltezzaโ€ e la โ€œprofonditร โ€, sono per noi โ€“ nellโ€™accresciuta conoscenza delle dimensioni del cosmo โ€“ lโ€™infinitamente grande sopra di noi e lโ€™infinitamente piccolo sotto di noi. In questo momento, quellโ€™infinitamente piccolo che รจ il corona virus che da un anno tiene in ginocchio lโ€™intera umanitร .

Fra una settimana sarร  il Venerdรฌ Santo e subito dopo la Domenica di risurrezione. Risorgendo, Gesรบ non รจ tornato alla vita di prima come Lazzaro, ma a una vita migliore, libera da ogni affanno. Speriamo che sia cosรฌ anche per noi. Che dal sepolcro in cui ci ha tenuti rinchiusi per un anno la pandemia, il mondo โ€“ come ci va ripetendo continuamente il Santo Padre โ€“ esca migliore, non lo stesso di prima.

1.Tertulliano, Adversus Praxean, 27, 11.
2.Denzinger โ€“ Schonmetzer, Enchiridion Symbolorum, nr. 301-302.
3.S. Gregorio Magno, Moralia in Job, XX, 1.
4.S. Ireneo, Adversus Haereses, III, 24,1.
5.The Christian Tradition: A History of the Development of Doctrine, 5 vols. (1973โ€“1990). University of Chicago Press.
6.S. Agostino, De Trinitate, V,5,6.
7.F. Hegel, Lezioni di filosofia della religione.
8.S. Tommaso dโ€™Aquino, S.Th., II-IIae, q.1, a.2, ad 2.
9.S. Agostino, De Trinitate, VI, 5, 7; IX, 22.
10.H. de Lubac, Histoire et Esprit, Aubier, Parigi 1950, cap.5.
11.J. Zizioulas, Lโ€™idea di persona umana deriva dalla Trinitร : Conferenza tenuta a Milano nel 2015; https://www.chiesadimilano.it/wp-content/uploads/2017/05/Intervento-Zizioulas.

Fonte