card. Gualtiero Bassetti โ€“ Rapporto Italiani nel Mondo 2018

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A presentare i dati, contenuti nellโ€™edizione 2018 del Rapporto italiani nel mondo, la Fondazione Migrantes. Al termine della presentazione, svoltasi a Roma presso la Domus Mariae mercoledรฌ 24 ottobre, รจ intervenuto il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI.

Intervento del card. Gualtiero Bassetti

Rapporto italiani nel mondo - conclusioni del Card Gualtiero Bassetti

รˆ possibile, di fronte a un tema cosรฌ vasto, quale รจ quello delle migrazioni oggi, davanti alla complessitร  delle cose ascoltate questa mattina, poter fare una conclusione?

Credo proprio di no, ma รจ importante comunque lasciarci con alcuni buoni propositi da mettere in pratica tornando nei nostri luoghi di lavoro, ma anche nei nostri luoghi di vita in generale (le nostre case, i nostri quartieri, la parrocchia, ecc.) perchรฉ la migrazione e i migranti, fanno parte della nostra quotidianitร  di cittadini, di famiglie, di popolo di un Paese che vive da sempre la mobilitร  (verso lโ€™estero, dal Sud al Nord, tra le regioni, e cosรฌ via) come parte integrante del suo vissuto.

E allora piรน che concludere vorrei dare delle indicazioni operative, concentrare cioรจ lโ€™attenzione di noi tutti alle tradizionali proposte che la Fondazione Migrantes, attraverso questo strumento culturale della Chiesa italiana, ci affida ogni anno con questo voluminoso studio.

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Bisogna riflettere sul fatto che non vi รจ una materia umana cosรฌ cangiante come la mobilitร , per lo studio della quale occorre un costante aggiornamento e rinnovamento degli approcci di studio e delle metodologie usate.

รˆ per questo che la Conferenza Episcopale Italiana si รจ dotata di โ€œbraccia operativeโ€ come la Fondazione Migrantes. Per studiare i fenomeni sociali e intervenire a favore di essi. In questo caso specifico si parla dei migranti, di tutti i migranti del mondo anche se oggi sotto i riflettori ci sono gli italiani con questo studio.

E ogni anno resto io stesso stupito dalle informazioni che ci arrivano da questi ricercatori. Pensiamo a 64 โ€œteste diverseโ€ che si sono messe insieme da ogni parte del mondo per realizzare 500 pagine, che oggi abbiamo il piacere di stringere tra le mani, in cui ci viene descritta quella che รจ oggi lโ€™emigrazione italiana e ci si danno, tra le righe, anche le tracce per risolvere le sue problematicitร .

Da piรน tempo e da piรน parti si sono levate le richieste dellโ€™insegnamento dellโ€™emigrazione italiana come materia di studio. Vi sono state in questi anni diverse proposte di legge a tale riguardo. Un tale insegnamento, al pari dei corsi di lingua italiana allโ€™estero, completano quel processo virtuoso di valorizzazione e mantenimento delle radici linguistiche e culturali e dei legami con lโ€™Italia da parte di chi risiede fuori dei confini nazionali e, allo stesso tempo, di attrazione di flussi migratori, da parte del Belpaese e perfezionano la formazione delle nuove generazioni proiettandole verso lโ€™interculturalitร  e la contemporaneitร .

Accanto alla consapevolezza della propria cultura di origine, cโ€™รจ un altro elemento che oggi svolge una funzione sociale di grande importanza: la necessitร  del migrante di costruire una relazione con lโ€™altro. Il bisogno, cioรจ, di essere riconosciuto e di poter avere la possibilitร  di contribuire allo sviluppo di quel territorio e di quella comunitร  che con caritร  e responsabilitร  lo accoglie. Il riconoscimento porta allโ€™ammissione della differenza, allโ€™individuazione degli specifici caratteri identificativi che, nel caso dei migranti, significano un tale mondo di sfaccettature che รจ difficile partire da categorizzazioni a priori. Solitamente, perรฒ, oggi la mobilitร  in uscita dalla Penisola si lega a immagini positive, mentre i caratteri negativi li si associano a chi arriva sulle nostre coste. Eppure non si deve dimenticare che la migrazione porta con sรฉ delle difficoltร  e queste ultime, nel caso specifico degli italiani nel mondo, sono molteplici e di diversa natura.

Migrare significa, ad esempio, allontanarsi umanamente da ciรฒ che รจ certo per conoscere lโ€™ignoto e questo potrebbe portare a casi di perdita dellโ€™orientamento nel percorso che ci si รจ dati.

Il malessere della generazione neo-mobile si tramuta in varie, e diverse per gravitร , forme depressive: malinconie, perdite senza rimpianti, amori non corrisposti, separazioni, delusioni o fallimenti, ma anche in successi inaspettati e le scelte difficili possono tramutarsi alcune volte in disperazione.

E quando lo spaesamento metropolitano e la sofferenza urbana non vengono riconosciuti e โ€œaccoltiโ€ si passa a patologie ben piรน gravi come lo stato di povertร , la perdita dellโ€™autonomia e dellโ€™equilibrio nella propria vita fino alla vita in strada.

E anche di questo si parla nel testo con mio grande favore perchรฉ la migrazione, per tutti, รจ gioia e dolore, รจ vittoria ed รจ fallimento. E noi lo sappiamo bene da sacerdoti in primis quando raccogliamo gli sfoghi di chi vive situazioni difficili se non proprio tragiche. Ben vengano allora gli approfondimenti sugli italiani illegali in Australia, quelli che vivono in strada a Londra.

Il riconoscimento della cittadinanza รจ un tema caldo oggi. Questo Rapporto sottolinea lโ€™importanza di un riconoscimento che non sia finalizzato allโ€™uso e al consumo personale del possesso di un passaporto che apra le porte dellโ€™Europa โ€“ anche se le vicende di Paesi che si trovano in situazioni gravi a livello politico ed economico come il Venezuela meritano attenzione costante e soprattutto lavoro per rispondere alle esigenze della comunitร  lรฌ residente โ€“ ma allโ€™esaltazione di una identitร  fortemente legata a un territorio in cui non solo ci si riconosce, nonostante non ci si รจ nati ma lo si conosce attraverso i racconti dei propri genitori o nonni e in cui si vorrebbe dare il proprio contributo concreto.

Le famiglie. Dallโ€™Italia si parte dalla notte dei tempi verso qualsiasi destinazione piรน o meno lontana, allโ€™interno dei confini della Penisola (migrazione interna) o verso lโ€™estero. E, come spiega anche il Rapporto della societร  geografica italiana, si parte persino dal โ€œriccoโ€ Nord: dalla Lombardia come dal Veneto. Da sempre, quindi, le famiglie italiane hanno fatto i conti con esperienze di distacco e lontananza, sconvolgendo equilibri di vita e legami sentimentali. Anche nellโ€™attuale fase migratoria in cui le abitudini globali rendono piรน veloci e liquidi gli spostamenti e le permanenze, i rapporti affettivi vengono messi a dura prova.

La famiglia, perรฒ, ha regole tutte sue dettate dallโ€™affetto e dallโ€™amore che poco hanno a che fare con la burocrazia e cosรฌ molte famiglie, dopo aver vissuto e sofferto a lungo la distanza, fanno in modo di crearsi un futuro che risponda a unโ€™unica esigenza: insieme in qualsiasi luogo. Da qui le tante partenze di nuclei familiari giovani con minori al seguito a cui ora si stanno aggiungendo, o ricongiungendo, nonni che non ci stanno a non vedere crescere i loro nipoti.

Quindi, ancora piรน fondamentale diventa il ruolo di accoglienza e accompagnamento delle strutture esistenti nei luoghi di destinazione sia a livello istituzionale che privato. Consolati, patronati, associazioni e le stesse Missioni cattoliche italiane sono oggi chiamate a rinnovarsi e svecchiarsi mantenendo perรฒ la โ€œvecchia identitร โ€ per le storiche comunitร  presenti e acquisendo nuove competenze e nuove caratteristiche per rispondere pienamente alle esigenze di accoglienza e accompagnamento dei nuovi migranti stabilmente in movimento.

E di una โ€œfamiglia qualunqueโ€, ma divenuta importante e al centro dellโ€™attenzione del mondo, si parla in particolare nelle pagine del Rapporto Italiani nel Mondo 2018. Quella di Papa Francesco. E lo si fa in un modo che a me ha colpito molto. Attraverso, cioรจ, una lettera datata 23 marzo 1929 con la quale la Empresa de Pavimentos y Construcciones โ€œJuan L. Bergoglio y Hnos.โ€ della cittร  di Buenos Aires (con sede in Calle 25 de Mayo 67) si rivolge al podestร  del comune di Pola, in Istria, per interessarlo sulla possibilitร  di ingaggiare manodopera specializzata da impiegare nelle cave di granito che la ditta possiede nel Sud del Brasile.

Lโ€™azienda Bergoglio apparteneva a Juan [Giovanni] Lorenzo Bergoglio, fratello di Giovanni Angelo, nonno dellโ€™attuale pontefice Jorge Mario Bergoglio. I nonni paterni di Jorge Mario Bergoglio raggiungono lโ€™Argentina nel gennaio 1929. Papa Francesco ricorda, in un libro dove racconta di sรฉ, la presenza oltreoceano della sua famiglia: ยซTre fratelli di mio nonno si trovavano giร  qui [in Argentina] dal 1922 e avevano fondato unโ€™impresa che realizzava pavimenti a Paranรก. [โ€ฆ] lโ€™impresa gli andava bene. [I nonni] Vennero per aggiungersi a questa impresa.[โ€ฆ] Papร  era figlio unico e inizioฬ€ a lavorarvi come contabile, muovendosi a Paranaฬ, Santa Fe e Buenos Airesยป. In poco tempo, tuttavia, la situazione dellโ€™azienda precipitรฒ: ยซVenne la recessione economica. Il Presidente dellโ€™azienda, fratello di mio nonno (si chiamava Juan โ€“ come mio nonno โ€“ ma il secondo nome era Lorenzo) si ammala di leucemia e linfosarcoma [โ€ฆ] Le due cose โ€“ la recessione e la morte di Juan Lorenzo โ€“ rovinarono lโ€™impresa. Dovettero vendere tutto, persino la loro Cappella del Cimitero (ancora esiste a Paranร  il โ€œPalazzo Bergoglioโ€ di 4 piani, dove vivevano i quattro fratelli), e i miei nonni e papร  restarono senza nullaยป. Il racconto di papa Francesco richiama anche il legame con il Brasile dei fratelli Bergoglio: nei primissimi anni Trenta ยซuno dei miei prozii, il presidente della ditta, era giร  morto di cancro, un altro ricominciรฒ da capo con buoni risultati, il piรน giovane emigrรฒ in Brasile, mentre mio nonno, con duemila pesos presi a prestito, comprรฒ un negozio. Mio padre, che era contabile e che nella vecchia ditta lavorava come amministratore, divenne suo aiutante, facendo la consegna delle merci con una cesta, finchรฉ non riuscรฌ a trovare un posto in unโ€™altra ditta. Ripartirono da capo con la stessa naturalezza con cui avevano cominciato al loro arrivoยป.

Questa storia ha un grande insegnamento: bisogna immedesimarsi in ciรฒ che significa vivere la migrazione per poter โ€œmettersi in viaggio in modo includenteโ€. Lo scrivevo di recente per un libro dove ho anche espresso un concetto molto vicino a quanto leggo tra le proposte della Migrantes per il 2018. Mi riferisco, al โ€œdiritto al viaggio come diritto allโ€™esistenzaโ€. Come Conferenza Episcopale Italiana abbiamo promosso la campagna โ€œLiberi di partire, liberi di restareโ€, perchรฉ la libertร  di andare non nega quella di rimanere o di tornare e ricominciare. Viaggiare รจ un diritto allโ€™interno del quale ne vive uno piรน grande, il diritto allโ€™esistenza.

Unโ€™esistenza, perรฒ, non rassegnata, non di accomodamento, ma realizzando sogni, ricercando ciรฒ che mi fa stare bene, la felicitร . โ€œรˆ diritto alla vita che cresce sotto il medesimo cielo e lโ€™unico sole per ogni persona, soprattutto per i bambini e le generazioni emergenti in questo spaccato storico. Quando affermo โ€œรจ un mio dirittoโ€ forse mi puรฒ far bene pronunciare tale frase non davanti ad uno specchio, o nel riflesso del mio smartphone, ma guardando il volto di una persona davanti a me. Perchรฉ il volto รจ un viaggio, costringe a camminare, mangiare, gioire e soffrire insieme prima ancora che ragionareโ€.