Tempo fa in questa nostra serie di storie di vocazioni abbiamo introdotto una delle scene piรน celebri, quella della chiamata di Saulo/Paolo sulla via di Damasco. Vorremmo ora riprenderla ma secondo una caratteristica particolare, cioรจ dallโangolo di visuale del crepuscolo della vita dellโApostolo. ร lui stesso che, scrivendo allโamato discepolo Timoteo, getta uno sguardo retrospettivo alla sua vicenda autobiografica cristiana che era partita in un giorno imprecisato fra il 33 e il 35 d.C. Quella data era stata come una sorgente dalla quale si era diramato il fiume della sua vocazione.
Un fiume tuttโaltro che placido e privo di anse, ma che ora Paolo contempla con serenitร . Ecco le sue parole, simili a un testamento: ยซร ora il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia. Ho terminato la corsa. Ho conservato la fedeยป (2Timoteo 4,6-7). Egli รจ consapevole di essere giunto allโestuario della vita: รจ il momento dellโanรกlysis che, in greco, significa sia lo sciogliere le vele per salpare verso il mare aperto e infinito, sia il levare le tende da parte del nomade alla ricerca di nuove mete e pascoli.
Paolo sente che per lui ormai si apre il viaggio verso lโoceano di luce dellโeternitร e verso lโabbraccio con quel Cristo che ha tanto amato e testimoniato. Le due immagini che egli usa per descrivere la sua vocazione e missione ormai compiuta confermano questa donazione integrale a Gesรน. Il primo รจ un simbolo militare, quello del soldato che ha ยซcombattuto la buona/bella [in greco cโรจ kalรณn] battagliaยป. Nei suoi scritti non di rado lโApostolo ha usato la metafora dellโarmatura per indicare lโimpegno del cristiano nella lotta contro il male (Efesini 6,10-17, ad esempio).
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Lโaltra immagine รจ, invece, sportiva e rimanda alla corsa nello stadio che si concludeva con la premiazione. Giร nella Prima Lettera ai Corinzi Paolo lโaveva appaiata a quella del pugilato: ยซNon sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!… Io corro, ma non come chi non ha meta. Faccio il pugilato, ma non come chi batte lโaria… perchรฉ non mi succeda di essere squalicatoยป (9,24-27). E ai Filippesi ripeteva: ยซIo corro verso la meta per raggiungere il premio che Dio ci chiama a ricevere lassรน, in Cristo Gesรนยป (3,14).
La frase finale della Lettera rivolta a Timoteo รจ, perรฒ, il suggello perfetto dellโadempimento di una missione. Nella corsa per essere fedele alla propria vocazione di apostolo di Cristo, Paolo ha sempre tenuto alta la fiaccola della fede: ยซHo terminato la corsa, ho conservato la fedeยป. In greco, se il lettore prova a ripeterla, questa frase รจ in rima: โTรฒn drรณmon tetรฉleka, tรจn pรญstin tetรฉrekaโ. Lo sguardo ormai รจ proteso oltre la storia, quando sorgerร lโaurora dellโโepifaniaโ del Signore.
ร quella manifestazione finale di Cristo che accoglierร Paolo e, con il suo premio (la corona), confermerร la veritร della confessione autobiografica del suo apostolo e di tutti coloro che hanno vissuto in pienezza la vocazione cristiana: ยซOra mi rimane la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerร , e non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua epifania ยป (4,8).