Card. Gianfranco Ravasi โ€“ Il servo del Signore, una voce che ci guida

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รˆ Dio stesso che lo presenta. Non avrร  mai un nome, nรฉ una genealogia, ma solo un titolo, in ebraico โ€˜ebed, ยซServo del Signoreยป. Non si pensi, perรฒ, a unโ€™espressione di inferioritร  perchรฉ il termine era stato assegnato giร  ai โ€œgrandiโ€ della storia della salvezza, da Abramo a Mosรจ, da Davide ai profeti e la stessa madre di Cristo, divenuta consapevole della sua missione unica, si autodeยfinirร  ยซServa del Signoreยป. Ebbene, allโ€™improvviso, nel capitolo 42 del libro di Isaia โ€“ nella sezione opera di un profeta anonimo, posto allโ€™insegna del famoso maestro, cosรฌ da essere denominato dagli studiosi โ€œil Secondo Isaiaโ€ โ€“ appare la chiamata di questo misterioso ยซServoยป.

Ci si รจ interrogati spesso: chi รจ questo personaggio che sale alla ribalta in quattro canti, incastonati nei capitoli 42, 49, 50 e 53 del libro di Isaia? Molteplici sono stati i tentativi di identificazione, sia individuali (un profeta perseguitato? Geremia? Lo stesso Mosรจ? Un maestro di sapienza?), sia collettivi (il popolo di Israele, oppure gli Ebrei fedeli al Signore che stanno per rimpatriare dallโ€™esilio di Babilonia, a causa dellโ€™editto liberatorio di Ciro?). Ora, a causa del ritratto del Servo delineato nel quarto canto, nel capitolo 53, la tradizione cristiana non ha avuto esitazione a identifiยcarlo nel Messia sofferente, Cristo.

Infatti in quella pagina il Servo รจ umiliato e sofferente, anzi, egli diventa vittima espiatoria per i peccati del popolo: sono i tratti che si imprimono in Gesรน nella sua passione e morte, ma anche nella sua gloriยficazione perchรฉ, dopo la ยfine tragica, il Servo ยซvedrร  la luceโ€ฆ sarร  onorato, esaltato, innalzato grandementeยป (Isaia 53,11; 52,13), proprio come accadrร  al Cristo risorto e asceso nella gloria della sua divinitร . Per questo i testi sul Servo del Signore sono stati adottati dalla liturgia della Settimana Santa, mentre il giudaismo non leggerร  questa fiยgura in chiave messianica, tranne la nota comunitร  di Qumran sulla sponda occidentale del Mar Morto, i cui manoscritti nascosti in grotte sono venuti alla luce a partire dal 1947.

Noi, perรฒ, ยssiamo la nostra attenzione sulla vocazione del Servo da parte di Dio che gli affiยda una missione: ยซEcco il mio Servoโ€ฆ Ho posto il mio spirito su di lui, egli porterร  il diritto alle nazioniยป. E lo farร  con dolcezza, senza disprezzare i deboli e i peccatori, proprio come si comporterร  Gesรน: ยซNon griderร , nรฉ alzerร  il tono (โ€ฆ), non spezzerร  una canna incrinata, non spegnerร  uno stoppino dalla ยfiamma smortaยป (Isaia 42,1-2). A questo punto รจ il Servo stesso che racconta la sua vocazione e lo fa con parole simili a quelle del profeta Geremia (1,5) e, in seguito, di san Paolo (Galati 1,5).

Dice, infatti: ยซIl Signore dal seno materno mi ha chiamato, ยfin dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome; ha reso la mia bocca come spada affiยlata, mi ha nascosto allโ€™ombra della sua manoยป (Isaia 49,1-2). E continuerร  ribadendo la sua missione di mitezza e salvezza: ยซIl Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perchรฉ sappia indirizzare una parola allo sยfiduciatoโ€ฆ Il Signore Dio mi ha aperto lโ€™orecchio e io non ho opposto resistenzaยป (50,4). Ancora una volta la vocazione รจ una voce trascendente che chiama ed รจ una risposta libera umana. Una risposta che potrร  approdare alla donazione totale di sรฉ: ยซEra come un agnello condotto al macelloโ€ฆ Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzoยป (53,7-8).

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