Il mio regno non è di questo Mondo
Commento al Vangelo a cura del Card. Angelo Comastri – Vicario Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano – Arciprete Emerito della Basilica Papale di San Pietro.
Il Cardinale Comastri riflette sulla passione di Cristo, vedendovi una sintesi della malvagità umana. Egli sottolinea come Gesù, pur consapevole di questa negatività, abbia affermato che il suo regno non è terreno. Il testo suggerisce che esiste un’altra dimensione e un giudizio divino finale in cui ognuno sarà responsabile delle proprie azioni. Inoltre, evidenzia la risposta di Dio alla cattiveria attraverso l’amore instancabile di Gesù durante la Passione. Infine, cita le parole della Madonna a Bernadette, ricordando che la vera felicità non è promessa in questa vita, ma nell’altra.
TRASCRIZIONE DEL VIDEO
Nella Passione di Cristo c’è in miniatura tutta la cattiveria della storia umana: la cattiveria che vediamo esprimersi ogni giorno in mille maniere, la cattiveria che talvolta ci impressiona e ci fa paura.
La cattiveria che fa dire all’evangelista Giovanni: “Tutto il mondo giace sotto il potere di Satana”. E lo stesso Gesù chiama Satana “il principe di questo mondo” (Gv 12,31). E si vede! Pensate quanti Caifa, quanti Giuda, quanti Pilato, quanti carnefici dei buoni si sono alternati e si alternano nello scenario del mondo!
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E Gesù ha sentito il peso e la nausea di tutta questa cattiveria nell’orto di Getsemani, quando ha iniziato a sudare sangue in tutto il suo corpo.
Viene spontanea la domanda: ma sarà sempre così? Saranno sempre i violenti ed i prepotenti ad imporre le loro false ragioni sulla vita indifesa dei buoni?
Attenti bene! Gesù davanti a Pilato afferma con serena sicurezza: “Il mio Regno non è di questo mondo” (Gv 18,36). Ricordiamo sempre queste lucide parole: perché c’è un altro regno e un altro mondo! C’è un’altra vita e c’è un secondo atto nel dramma della storia: e, nel secondo atto, Dio farà i conti con la nostra libertà e darà a ciascuno secondo le sue opere.
E Dio si preoccupa soprattutto di questo secondo atto e ci invita ad essere pronti per il giorno conclusivo della vita e della storia.
La Madonna, sempre docile al disegno di Dio, parlando alla povera Bernadette Soubirous, nel mese di febbraio dell’anno 1858 le disse: “Non ti prometto di farti felice in questa vita, ma nell’altra”.
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Non dimentichiamo questa strategia di Dio e ricordiamo che verrà un momento in cui Dio dirà: Basta! Ora facciamo i conti! Secondo misericordia, ma sempre rispettando la decisione della nostra libertà: in bene o in male!
Ma nel frattempo, come Dio affronta la cattiveria? Con quale forza la aggredisce e la vince? Ci risponde il racconto della Passione.
Nella bufera dell’odio e del rinnegamento e del tradimento, Gesù instancabilmente semina l’Amore: mentre l’odio umano si scatena contro di lui, Gesù ama e colloca dentro i solchi della cattiveria il potenziale infinito della bontà.