Bastare a se stessi è spesso interpretato come conquista di autonomia. E tuttavia, se da una parte la crescita in umanità richiede una maturazione anche di una corretta autonomia, d’altra parte una non giusta comprensione di essa può nascondere il rischio di atteggiamenti di autosufficienza e di arroganza. La fede, rendendoci consapevoli dell’innato nostro limite, mette in guardia da questo pericolo: siamo chiamati ad annunciare la forza di Dio in noi attraverso la nostra debolezza. Il cristiano non può pretendere di essere migliore degli altri: la presunzione di perfezione è spesso un peccato di superbia che diventa controtestimonianza del Vangelo. La scelta di seguire Cristo comporta sempre anche la consapevolezza della propria fragilità.
Il vangelo presenta Gesù nella sinagoga di Nazaret a confronto con la sua gente: il fatto però di essere riconosciuto come “uno di loro” impedisce di vedere in lui l’inviato di Dio. Il racconto mette in evidenza la loro incredulità e interroga anche noi: la nostra autosufficienza non è forse il primo ostacolo alla sincerità della fede?
Nella prima lettura il profeta Ezechiele descrive come si senta mandato «ad una razza di ribelli», a un popolo di «figli testardi e dal cuore indurito». Anche questa lettura rappresenta per noi motivo di esame di coscienza: con quali atteggiamenti ascoltiamo la parola di Dio che ci viene annunciata?
Paolo ci ricorda, nella seconda lettura, la nostra debolezza. Riferendo la sua personale esperienza del limite, egli immagina la risposta di Dio: «Ti basta la mia grazia». Poiché la potenza di Dio si manifesta proprio nella debolezza.
Fonte: Servizio della Parola
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
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- Colore liturgico: Verde
- Ez 2, 2-5; Sal.122; 2 Cor 12, 7-10; Mc 6, 1-6
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
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