È questa la prospettiva da cui porci per comprendere la parabola oggi proposta dal vangelo: Gesù vuol dare con essa una risposta alle aspettative della gente del suo tempo e anche del nostro, ossia all’attesa, al desiderio, alla speranza di un mondo più umano. Solo che, a differenza delle nostre pretese di autosufficienza, per Gesù il “mondo migliore” potrà essere solo opera di Dio: egli lo chiama, infatti, il “regno di Dio”, non un ambito di dominio sul modello dei regni umani, ma una realtà in cui è la presenza di Dio e la sua volontà ad essere criterio delle condotte umane. È Dio che può far crescere l’umanità, lui è la sorgente della vera umanizzazione.
Per il vangelo la crescita del piccolo seme gettato nel terreno richiede da parte nostra l’atteggiamento della pazienza: noi siamo chiamati a collaborare alla realizzazione del regno di Dio, ma non ne siamo i padroni.
L’opera silenziosa di Dio nella storia può solo suscitare in noi lo stupore, a cui possiamo rispondere con la nostra disponibilità ad accoglierlo.
In un modo analogo parla la profezia della prima lettura: un ramoscello è preso dalla cima di un cedro per essere piantato su un monte alto. L’immagine allude al popolo che Dio si è scelto perché faccia conoscere il suo nome a tutti i popoli della terra. Questo richiede la risposta della fede.
Camminare nella fede è il compito affidato dalla seconda lettura. Viviamo ora come in esilio, lontani dalla patria, e solo la fede può sostenere il nostro viaggio terreno. La fede cristiana non suggerisce però un quietismo indifferente, bensì una conversione interiore, un cambiamento di mentalità.
Fonte: Servizio della Parola
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Ez 17, 22-24; Sal 91; 2 Cor 5, 6-10; Mc 4, 26-34
Mc 4, 26-34
Dal Vangelo secondo Marco
26Diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 17 – 23 Giugno 2018
- Tempo Ordinario XI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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