L’insegnamento contenuto nel “discorso della pianura” in Luca rappresenta certo una proposta esigente, di non facile realizzazione perché contrasta con i sentimenti e le inclinazioni dell’animo umano. Tuttavia, una convinzione deve abitare il cristiano: la fiducia che è sempre la parola di Dio a dare fondamento alla vita e che può guidare alla conversione del cuore.
Fiduciosi nella grazia di Dio e impegnati a collaborare con l’aiuto donato, la parola di Gesù può essere tradotta in gesti concreti, come attesta la testimonianza di tanti cristiani veri che ci hanno preceduto o che possiamo incontrare anche oggi.
Il vangelo che oggi ascoltiamo invita a restare aperti alla guida di Gesù e a vivere i rapporti con gli altri all’insegna della misericordia. Nessuno può diventare giudice di un altro, ma ognuno è tenuto a condurre la propria vita senza ipocrisia, nella consapevolezza che la sua Parola sostiene il nostro impegno.
L’invito a vagliare il proprio parlare e il proprio agire è al centro della prima lettura. Come Dio si è manifestato nella sua parola e nelle sue opere, anche il credente manifesta la sua fede tramite il suo parlare e il suo agire. Rimanere saldi nella fede, perciò, è l’esortazione della seconda lettura.
La fede in Gesù è luce per la vita dei cristiani: così si conclude la riflessione sul significato della risurrezione per chi ha creduto in lui.
Fonte: Servizio della Parola