La presenza dello Spirito di Dio in Elisabetta, la cugina di Maria, apre all’accoglienza della novità. Il grido con cui accoglie Maria, «benedetta tra le donne», è riconoscimento della presenza attiva di Dio nella storia umana. Solo la fede è capace di leggere negli eventi della storia le “meravigliose opere di Dio”, con le quali egli continua ad operare la sua salvezza in mezzo a noi. L’incredulità rende ciechi e indifferenti, ma chiude anche il cuore alla benedizione divina.
Al centro del vangelo stanno due madri: Elisabetta e Maria. Il figlio che entrambe portano in grembo è per esse segno della presenza e dell’agire di Dio nella loro vita. Esse sono esempi perenni: la salvezza di Dio è offerta anche oggi, basta aprire il cuore ad accoglierla.
Nella prima lettura il profeta, un personaggio di umili origini, annuncia pace e prosperità da parte di Dio. Così Dio agisce sempre per gli uomini: la sua predilezione è per ciò che si presenta umanamente debole e insignificante.
Nella seconda lettura Gesù è riconosciuto come mediatore del piano misterioso di Dio verso di noi. In lui Dio salva la nostra fragile umanità.
Fonte: Servizio della Parola