Costruire con Dio un mondo nuovo. La speranza che può stimolarci a lavorare per trasformare il mondo è la promessa divina: «Faccio nuove tutte le cose». Lo strumento indicato dal vangelo è il comandamento nuovo, ossia l’amore gli uni per gli altri.
Come testamento e come impegno per i discepoli Gesù ha lascia to il comandamento dell’amore: «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». È la strada per costruire con Dio un mondo nuovo, una umanità nuova. La novità va intesa in senso qualitativo: indica la via del la salvezza possibile, ciò che è essenziale sulla terra per trovare salvezza. La novità sta nel nuovo modo di amare, mostrato e reso possibile dall’amore inedito di Gesù stesso. Il “come” del comandamento non crea però un paragone, ma indica l’origine di questo amore, il suo fondamento: occorre radicarsi in questo amore per rendere nuovo il nostro mondo.
Questa speranza è chiaramente espressa nel vangelo: Gesù non vuole essere solamente un modello per noi, ma egli si propone come il fonda mento stabile di una comunità fraterna: l’amore con cui egli ci ha amati può diventare nostro se lo accogliamo non come esigenza morale, ma co me dono da vivere.
La prima lettura è centrata sul primo viaggio missionario di Paolo e Barnaba: il loro itinerario si trasforma in una visita pastorale alle comunità cristiane, per consolidare la fede dei nuovi discepoli e dare loro speranza.
Anche nella seconda lettura incontriamo un messaggio di speranza e di fiducia. La storia umana, per quanto le sue vicende siano travagliate, non è destinata al fallimento, ma ad una nuova creazione.
Fonte: Servizio della Parola