Maria è descritta dal vangelo come colei che «custodiva tutti questi eventi meditandoli nel suo cuore». Mentre lo stupore è il primo effetto dell’incontro con Dio, la fede richiede un cammino di interiorizzazione che trova nel cuore lo spazio per l’accoglienza del mistero che si fa vita: così Dio prende dimora in mezzo a noi e può rigenerare l’umanità. Maria non si ferma alla superficie degli eventi, ma li custodisce e li trasforma in vissuto, ne comprende il senso e ne vive l’efficacia, accettando continuamente la fatica del confronto e del discernimento.
Nel vangelo Maria tiene insieme dentro di sé i segni della potenza e della povertà, la grandezza di Dio e la fragilità dell’uomo-bambino, diventando così autentico modello del credente.
La prima lettura ci orienta a invocare su di noi la benedizione di Dio: il volto del Signore si mostri come grazia e forza a chi in lui confida.
Nella seconda lettura ci è ricordata l’adozione a figli come dono dello Spirito e principio di una relazione che trasforma la vita del vero credente.
Fonte: Servizio della Parola