Lc 2,22-24 (Lezionario feriale di Bose)
Lc 2 22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23 come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24 e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Subito dopo il racconto della nascita e della circoncisione di Gesù, Luca parla dei giorni “della loro purificazione”. Ma purificazione di chi? La legge prevede la purificazione della sola madre che, in caso della nascita di un figlio maschio, dura di 40 giorni:
Se una donna (…) darà alla luce un maschio, sarà impura per 7 giorni. (…) L’ottavo giorno il bambino sarà circonciso. Poi ella resterà ancora 33 giorni a purificarsi (…) Quando i giorni della sua purificazione (…) saranno compiuti, porterà al sacerdote all’ingresso della tenda del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio per il peccato (…). Se non ha mezzi per offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l’olocausto e l’altro per il sacrificio per il peccato (Lv 12,2-8).
Si pensa che Luca, non conoscendo bene la legge, ha unito il rito di purificazione della madre con quello del riscatto del primogenito (Es 13,13; 34,19-20). “Loro” si riferirebbe allora a Maria e Gesù. Ma il riscatto avveniva un mese dopo la nascità (Nm 18,16) e non 40 giorni dopo. Nuova occasione per denunciare la poca conoscenza dell’ebraismo di Luca…
E se l’evangelista volesse orientarci verso un’altra lettura? Forse infatti Luca intende tessere delle relazioni tra la venuta di Gesù al tempio e l’antica profezia di Malachia che aveva anunciato:
Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate (…). Chi sopporterà il giorno della sua venuta? (…) Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia (Ml 3,1-3).
Dopo la venuta del “messaggero (di Dio)” – Giovanni –, è venuto il “Signore che voi cercate” – Gesù –; è “subito entrato nel suo tempio” – presentazione di Gesù –, per “purificare i figli di Levi”. Ecco i “loro” del nostro Evangelo: né Maria, né Gesù – i quali certamente agli occhi di Luca non hanno bisogno di purificazione poiché la prima è “stata colmata della grazia di Dio” (Lc 1,21) e il secondo è “santo” (1,35) fin dalla sua nascita. Viene allora evidenziato non già il tempo, ma il senso della venuta di Cristo: ciò che nella persona di Gesù è in gioco è la purificazione delle istituzioni cultuali d’Israele, già prevista, tra l’altro, da una profezia di Daniele:
Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all’empietà (…) espiare l’iniquità
stabilire una giustizia eterna (…) e ungere il Santo dei Santi (Dan 6,24).
Settanta settimane, sono appunto il tempo passato tra l’annuncio a Zaccaria della nascita di Giovanni, e la presentazione di Gesù al tempio. Ecco quindi svelata la missione ultima affidata al Figlio, missione che si realizzerà pienamente sulla croce: restaurare le relazioni tra Dio e l’umanità, e particolarmente far scendere sull’umanità il perdono gratuito e la misericordia di Dio.
Fratel Daniel della comunità monastica di Bose