Gesù, pienamente consapevole della sua missione a favore della salvezza dell’umanità, cerca di aprire la porta dei cuori induriti, qui rappresentati dal gruppo dei farisei, chiusi nella loro concezione di un Dio spietato nel suo giudizio di condanna.
Il Signore invece sconfessa i pensieri guidati da un ragionamento umano errato: non siamo creati per morire nel nostro peccato; Gesù sottolinea la sua unione col Padre e perciò la sua essenza di mediatore: «io sono» esprime il suo rivelarsi con il nome di Dio, l’invito a credere in lui come inviato.
Cosa gradita al Padre è rimanere uniti a Gesù. Credere in Gesù, in colui che salva, è per noi adesione alla sua croce e risurrezione, opera estesa a tutta l’umanità e a tutta la storia.
Dal Calendario del Patrono d’Italia 2020 – Ed. Biblioteca Francescana