Una delle pratiche della quaresima, accanto alla preghiera e all’elemosina, è il digiuno. La prima lettura di oggi, in accordo col vangelo, ci ricorda che il digiuno gradito a Dio è quello che esprime scelte di rottura con le ingiustizie perpetuate verso il nostro prossimo. Lo sposo della Chiesa, infatti, è colui che riconosce come fatto a sé ciò che abbiamo o non abbiamo fatto agli altri: «ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito»…
Quando tale sposo viene tolto, ossia calpestato, vilipeso e nuovamente crocifisso noi, suoi discepoli, siamo chiamati a fare lutto con il digiuno fisico e del cuore, prendendo distanza dall’egoismo che ci fa scartare i fratelli.
Dal Calendario del Patrono d’Italia 2020 – Ed. Biblioteca Francescana
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.