Benedetto XVI sull’Avvento

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Con lโ€™odierna prima domenica di Avvento, entriamo in quel tempo di quattro settimane con cui inizia un nuovo anno liturgico e che immediatamente ci prepara alla festa del Natale, memoria dellโ€™incarnazione di Cristo nella storia. Il messaggio spirituale dellโ€™Avvento รจ perรฒ piรน profondo e ci proietta giร  verso il ritorno glorioso del Signore, alla fine della storia.

Adventus รจ parola latina, che potrebbe tradursi con โ€˜arrivoโ€™, โ€˜venutaโ€™, โ€˜presenzaโ€™. Nel linguaggio del mondo antico era un termine tecnico che indicava lโ€™arrivo di un funzionario, in particolare la visita di re o di imperatori nelle province, ma poteva anche essere utilizzato per lโ€™apparire di una divinitร , che usciva dalla sua nascosta dimora e manifestava cosรฌ la sua potenza divina: la sua presenza veniva solennemente celebrata nel culto.

Adottando il termine Avvento, i cristiani intesero esprimere la speciale relazione che li univa a Cristo crocifisso e risorto. Egli รจ il Re, che, entrato in questa povera provincia denominata terra, ci ha fatto dono della sua visita e, dopo la sua risurrezione ed ascensione al Cielo, ha voluto comunque rimanere con noi: percepiamo questa sua misteriosa presenza nellโ€™assemblea liturgica. Celebrando lโ€™Eucaristia, proclamiamo infatti che Egli non si รจ ritirato dal mondo e non ci ha lasciati soli, e, se pure non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtร  materiali e sensibili, Egli รจ comunque con noi e tra noi; anzi รจ in noi, perchรฉ puรฒ attrarre a sรฉ e comunicare la propria vita ad ogni credente che gli apre il cuore.

Avvento significa dunque far memoria della prima venuta del Signore nella carne, pensando giร  al suo definitivo ritorno e, al tempo stesso, significa riconoscere che Cristo presente tra noi si fa nostro compagno di viaggio nella vita della Chiesa che ne celebra il mistero. Questa consapevolezza, cari fratelli e sorelle, alimentata nellโ€™ascolto della Parola di Dio, dovrebbe aiutarci a vedere il mondo con occhi diversi, ad interpretare i singoli eventi della vita e della storia come parole che Iddio ci rivolge, come segni del suo amore che ci assicurano la sua vicinanza in ogni situazione; questa consapevolezza, in particolare, dovrebbe prepararci ad accoglierlo quando “di nuovo verrร  nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrร  mai fine”, come ripeteremo tra poco nel Credo.

In questa prospettiva lโ€™Avvento diviene per tutti i cristiani un tempo di attesa e di speranza, un tempo privilegiato di ascolto e di riflessione, purchรฉ ci si lasci guidare dalla liturgia che invita ad andare incontro al Signore che viene.

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Discorso di Benedetto XVI a San Lorenzo fuori le Mura, Per il 1750ยฐ anniversario del martirio di San Lorenzo, 30 novembre 2008


Lโ€™attesa

Oggi, prima domenica di Avvento la Chiesa inizia un nuovo Anno liturgico un nuovo cammino di fede che da una parte fa memoria dellโ€™evento di Gesรน Cristo e dallโ€™altra si apre al suo compimento finale. E proprio di questa duplice prospettiva vive il Tempo di Avvento guardando sia alla prima venuta del Figlio di Dio quando nacque dalla Vergine Maria sia al suo ritorno glorioso quando verrร  a giudicare i vivi e i morti come diciamo nel Credo. Su questo suggestivo tema dellโ€™attesa vorrei ora brevemente soffermarmi perchรฉ si tratta di un aspetto profondamente umano in cui la fede diventa per cosรฌ dire un tuttโ€™uno con la nostra carne e il nostro cuore.

Lโ€™attendere รจ una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale familiare e sociale. Lโ€™attesa รจ presente in mille situazioni da quelle piรน piccole e banali fino alle piรน importanti che ci coinvolgono totalmente e nel profondo. Pensiamo, tra queste allโ€™attesa di un figlio da parte di due sposi, a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano, pensiamo, per un giovane allโ€™attesa dellโ€™esito di un esame decisivo o di un colloquio di lavoro, nelle relazioni affettive, allโ€™attesa dellโ€™incontro con la persona amata della risposta ad una lettera o dellโ€™accoglimento di un perdono.

Si potrebbe dire che lโ€™uomo รจ vivo finchรฉ attende, finchรฉ nel suo cuore รจ viva la speranza. E dalle sue attese lโ€™uomo si riconosce la nostra statura morale e spirituale si puรฒ misurare da ciรฒ che attendiamo da ciรฒ in cui speriamo.

Ognuno di noi, dunque specialmente in questo Tempo che ci prepara al Natale puรฒ domandarsi io che cosa attendo? A che cosa in questo momento della mia vita รจ proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si puรฒ porre a livello di famiglia di comunitร  di nazione. Che cosa attendiamo insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni? che cosa le accomuna?

Nel tempo precedente la nascita di Gesรน era fortissima in Israele lโ€™attesa del Messia cioรจ di un Consacrato discendente del re Davide che avrebbe finalmente liberato il popolo da ogni schiavitรน morale e politica e instaurato il Regno di Dio. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che il Messia potesse nascere da un umile ragazza come era Maria promessa sposa del giusto Giuseppe. Neppure lei lo avrebbe mai pensato eppure nel suo cuore lโ€™attesa del Salvatore era cosรฌ grande la sua fede e la sua speranza erano cosรฌ ardenti che Egli potรฉ trovare in lei una madre degna. Del resto Dio stesso lโ€™aveva preparata prima dei secoli. Cโ€™ รจ una misteriosa corrispondenza tra lโ€™attesa di Dio e quella di Maria la creatura piena di grazia totalmente trasparente al disegno dโ€™amore dellโ€™Altissimo. Impariamo da Lei Donna dellโ€™Avvento a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo con il sentimento di unโ€™attesa profonda che solo la venuta di Dio puรฒ colmare.

Santo Padre Benedetto XVI, Angelus, 28. 11. 2010