Il “Padre nostro”: struttura e contenuto
Oggi analizziamo il “Padre nostro”. E’ la preghiera di Gesù stesso, quindi è una preghiera trinitaria: con Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, preghiamo il Padre. Consta di una invocazione iniziale e sette petizioni. Le prime tre si articolano sul “Tu” e si riferiscono alla causa stessa di Dio sulla terra, le altre quattro versano sul “noi” e trattano delle nostre speranze, bisogni e difficoltà.
I due tipi di richieste si possono paragonare al rapporto tra le due tabelle del “Decalogo”, che in pratica sono le spiegazioni delle due parti del comandamento principale: l’amore a Dio e l’amore al prossimo. Anche il “Padre nostro” afferma, in primo luogo, il primato di Dio, dal quale deriva la preoccupazione per il retto modo dell’essere un uomo.
-Prima di qualunque cosa, devo uscire da me stesso e aprirmi a Dio. Per questo, il “Padre nostro” comincia con Dio e, da Lui, mi porta per i cammini dell’”essere uomo”.
Un altro commento:
“Padre nostro, che sei nei cieli”
Oggi facciamo notare che il “Padrenostro” inizia con una grande consolazione: possiamo dire “Padre”, perché il Figlio è nostro fratello e ci ha rivelato il Padre; perché grazie a Cristo siamo di nuovo diventati figli di Dio. In una sola parola si contiene tutta la storia della redenzione. L’amore che dona fino all’estremo” che il Signore ha compiuto sulla croce pregando per i suoi nemici , ci mostra la natura del Padre: questo amore è Lui.
Essere figli equivale a seguire Gesù. La parola “Padre” applicata a Dio comporta la chiamata a vivere come figli. “Essere figlio“ non significa dipendenza, ma rimanere in quel rapporto d’amore che dà senso e grandezza all’esistenza umana. E diciamo “Padre nostro” perché solo nel “noi” dei discepoli è che possiamo chiamare “Padre” a Dio, perché solo nella comunione con Cristo Gesù diventiamo veramente “figli di Dio”.
—La paternità celeste lega, abbatte tutti i muri e crea la pace. “Cielo” significa quell’altra altezza di Dio della quale tutti proveniamo e verso la quale tutti dobbiamo andare.
Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net