L’Apostolo: debolezza umana e vocazione divina
Oggi, Gesù si commuove di fronte alla debolezza dei suoi. Sa che, pochi giorni dopo, soffrirà molto per la nostra salvezza. Discretamente e con delicatezza, si lamenta poiché uno di loro lo tradirà. Nessuno lo crede possibile. Simon Pietro, che ama sinceramente il Signore, fa ogni tipo di dichiarazioni. Ma…, in realtà, tre giorni dopo negherà tre volte di conoscere il “Nazareno”.
Ecco qua il mistero della debolezza degli Apostoli scelti dallo stesso Gesù. Tutti e ognuno di noi siamo –chi più e chi meno- come Giuda o come Simon Pietro. La cosa più grande è che Dio non lascia di chiamarci al suo lato. E ci perdona sempre, se, come Pietro, sappiamo piangere.
Signore Gesù, diffido delle mie forze: senza Te non posso seguirti. Grazie per avermi chiamato, ma, per favore, abbi pazienza con me, non lasciarmi anche se io ti lasciassi. Chiedo a San Pietro che, con il suo cuore, sempre possa ritornare a Dio.
Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net