Umiltà (Quelli che soffrono imparano a vedere)
Oggi vi sono ancora coloro che –nel nome dell’ “oggettività” del sapere- pretendono da Dio una “prova”. La base di questa sbagliata esigenza non può essere altro che l’egoismo, un cuore impuro, che solo spera da Dio l’esito personale, l’aiuto necesario per rendere assoluto il proprio “io” (“io posso misurarLo”). Questa forma di religiosità rappresenta il rifiuto fondamentale della conversione (“deve essere Lui la mia misura”).
L’umiltà del silenzio –Giobbe- è assai importante come primo passo nella saggezza. E’ sorprendente che le lamentele contro Dio, solo in una minima parte provengano da quelli che soffrono in questo mondo; tali lagnanze procedono, invece, da “spettatori saturi” “che non hanno mai sofferto. Quelli che soffrono, invece, hanno imparato a vedere! In questo mondo, le lodi provengono dai “forni”, dove tanti bruciano; la relazione dei “tre giovani” nel forno ardente rinchiude una verità più profonda di quella contenuta nei trattati eruditi.
-Gesù, quante volte chiediamo una prova e non accettiamo la conversione! Ma questa prova è la Croce!
Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net