Il Vangelo di oggi ci indica una grande tentazione insita nell’essere cristiani a metà: all’inizio del ministero pubblico Gesù non viene compreso dai suoi, dai più vicini: dà scandalo, infrange il sabato, rimette i peccati. I “suoi” si vergognano di Lui, non gli credono.
Gesù risponderà con la perseveranza e con l’abbandono alla volontà del Padre. Apparentemente non è bastata la testimonianza di Gesù: lo scandalo si mostra nell’abbandono sotto la croce dalla maggior parte dei suoi, Pietro compreso. Considerato già “fuori di sé” per i suoi atteggiamenti e il suo insegnamento controcorrente, verrà compreso in pienezza dopo la sua passione, morte e risurrezione per il dono dello Spirito e da coloro che crederanno nel suo nome. Anche per noi vale la stessa dinamica nei confronti di noi stessi e del nostro rapporto con gli altri.
Interiormente, dopo l’entusiasmo iniziale alla sequela, ci rendiamo conto di essere chiamati a vivere esperienze e logiche che percepiamo spesso troppo alte, arrendendoci ancora prima di metterci veramente in gioco e dimenticandoci della bellezza della fiducia che Dio ci ha dato chiamandoci al lavoro nella sua vigna.
Sovente ci disimpegniamo e ci asteniamo dal mettere in pratica ciò che la Parola ci chiede, nonostante tutto il potenziale che la Grazia ci dona, essenzialmente per due motivi: il primo è che abbiamo timore del giudizio degli altri, soffrendo di una specie di ansia da prestazione; il secondo è che abbiamo paura che, entrando nella dinamica vera della testimonianza, essa ci immerga in un vortice nel quale il Signore potrebbe chiederci sempre di più.
L’antidoto per queste tentazioni è considerare che non siamo noi ad agire, ma è Cristo stesso che, attraverso di noi, agisce nel mondo, coinvolgendoci, facendoci fare esperienza delle sue opere: «Chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio; ne farà, anzi, di più grandi» (Gv 14,12). Riguardo poi al timore del giudizio degli altri, dobbiamo imparare a non giudicare, ma a riscoprire l’entusiasmo nel compiere la sua santa volontà, liberi da ogni paura: è il coraggio mostrato dalla vita dei santi.
A cura dell’Associazione italiana guide e scouts d’Europa
Fonte | Per gentile concessione dell’Editrice AVE