Giovanni è l’ultimo profeta dell’antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù. Nato “miracolosamente” da Elisabetta, sterile e ormai anziana; annunciato dall’arcangelo Gabriele come “grande davanti al Signore, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di conversioni e precursore del Signore”. È comprensibile, quindi, che il popolo pensi che sia lui il Salvatore e che riponga in lui la speranza.
Ma Giovanni riconosce quanto egli sia piccolo di fronte al Signore che deve venire e rivela che non è lui il messia e che Colui che verrà battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Dunque è attraverso l’azione dello Spirito, forza che proviene da Dio e anima le creature, che si diventa figli del Padre celeste. Succede così per Gesù, che, battezzato con acqua da Giovanni, resta in preghiera. Una preghiera di contemplazione e di ringraziamento, fatta nel silenzio, pur trovandosi tra la folla. Un Gesù che non si rivela, ma viene rivelato da Dio attraverso la forza dello Spirito che scende su di Lui e lo annuncia al mondo come “il figlio prediletto, l’Amato”.
L’umiltà di Giovanni che si riconosce piccolo davanti a Gesù (“…ma viene colui che è più forte di me a cui non sono degno di legare i lacci dei sandali”) ci sia di esempio: coltiviamo, mettiamo a disposizione dei nostri fratelli i doni che riceviamo dal Signore al momento del nostro battesimo, ma sentiamoci sempre solo piccoli strumenti nelle Sue mani, che agiscono mediante la sua grazia.
Per riflettere
Invochiamo la forza dello Spirito Santo perché scenda su di noi, ci dia vigore e ci conforti con i suoi santi doni.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Angela Castino, Edoardo Cortese, Domenico Coviello
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi