Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 9 Aprile 2023

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Leggendo questa pagina del vangelo, ci si sono potrebbe chiedere perché Maria di Magdala (accompagnata certamente anche dalle altre donne) si recasse al sepolcro quando ormai la sepoltura era conclusa e la pietra era stata posta all’entrata. Alcuni hanno risposto a questo dubbio: probabilmente perché mancava il lamento funebre per completare il rito del funerale. Dunque, lei e le altre donne andavano per piangere Gesù.

Andavano con la tristezza nel cuore. E questo è sottolineato anche dall’evangelista quando dice che era ancora buio: la loro fede non era ancora stata illuminata dalla Risurrezione di Cristo. Ma ecco che le donne trovarono subito una situazione ben diversa. La pietra era stata ribaltata: potremmo dire che era stata spostata dal terremoto della vita che sconfigge la morte, dal terremoto che Gesù aveva portato nel mondo con il suo messaggio di amore.

Quel terremoto entrò presto anche nel cuore di quelle donne, nel cuore dei discepoli e poi nel cuore di tutti i credenti del mondo. Ma dal brano evangelico capiamo che è difficile vedere questa rivoluzione. Infatti, soffermiamoci sul verbo “vedere”.

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In questo brano, il verbo si trova quattro volte: Maria vede la pietra ribaltata, il discepolo che Gesù amava vede i teli, e la stessa cosa vede Pietro. Queste tre volte, il verbo usato nel testo greco è lo stesso, e indica proprio il vedere con gli occhi del corpo. Ma l’ultima volta in cui si usa, è quando entra l’altro discepolo “e vide e credette”; e qui il testo greco sceglie un verbo diverso, che indica il vedere con gli occhi ma il riuscire a vedere anche oltre la materia; “intravedere” potremmo dire noi. Dunque, non si riesce a vedere senza anche intravedere: non si può capire senza anche credere. (Don Alessandro Farano)

Per riflettere

Quante volte camminiamo nel mondo portando la tristezza nel cuore? Anche noi cristiani, purtroppo, rischiamo spesso di vestirci con il grigio del mondo invece che con la luce della Risurrezione: accogliamo la nostra vocazione all’amore, per ricordare che il Signore splende sulla vita di tutti gli uomini.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi