Il brano di oggi può agevolmente essere diviso in due parti. Prima di tutto un annuncio chiarissimo della passione (il terzo in questo Vangelo) in cui si nominano la croce ed i pagani, le autorità e le pene più severe che essi possano comminare. Ma la cosa più rilevante è il collegamento che il Signore stabilisce immediatamente tra la sua sorte e quella che toccherà a chi vorrà seguirlo.
Un collegamento che appare chiaro nella seconda parte del brano: la madre di Giacomo e Giovanni chiede per i propri figli un posto di rilievo, ritenendo che meritino onore rispetto agli altri. Anche a lei propone la necessità di “bere allo stesso calice” di martirio che lui dovrà affrontare e conferma che a questo destino nessuno che desideri seguire Gesù potrà sottrarsi.
Chiunque desideri intraprendere la strada della sequela sa già in partenza che non sarà una strada piena di onori o allori. La “scelta dell’ultimo posto” non è una immagine poetica, esente da rischi e magari sofferenze.
Gesù, nella follia della croce, come la chiama Paolo, ci rivela che questa è la via per la verità, per la vita, per la realizzazione della propria esistenza, ma che questo non passerà attraverso quei riconoscimenti, o soddisfazioni effimere, che apparentemente donano felicità. Ci viene proposta, nella sua versione più dura, ancora una volta la kenosi, l’abbassamento, come la scelta più vera, la croce come via per la resurrezione, una corona di spine come il vero ornamento regale.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi