«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe»: immaginiamo la gioia dei discepoli, di chi viene scelto ed inviato ad annunciare un così bell’insegnamento; pensiamo poi a come sia ascoltare le parole di Gesù subito dopo, parole dure, che sembrano quasi voler spegnere l’entusiasmo, ma che fano una cosa essenziale: riportano alla realtà.
Gesù ribalta ogni logica e ci dice che non siamo solo chiamati ad annunciarlo ma soprattutto a farlo con il suo stile, con la mansuetudine e la mitezza di un agnello. Le parole del maestro ci fanno fare un tuffo nella concretezza della vita, non per spaventare ma per mostrare meglio ciò che ci aspetta, i pericoli in cui potremo incorrere: una realtà fatta anche di conflitti e di soprusi.
Anche qui Gesù ci dà istruzioni su come affrontare questi ostacoli: non evitandoli, bensì passandoci attraverso e, addirittura, usandoli per dare testimonianza. In queste difficoltà Dio non ci lascia deboli e indifesi, ma forti del suo spirito: a noi è chiesto solo di rimanere integri e di affidarci a lui con cuore sincero, ricordandoci (letteralmente “riportando al cuore”) che nell’incertezza ciò che manca lo mette Dio.
Per riflettere
Riesco ad affrontare gli ostacoli e le difficoltà che si presentano nella quotidianità del mio essere cristiano senza cedere alla tentazione di sfuggirle? Provo a liberarmi del peso di dover fare tutto da solo ricordandomi anche dei fratelli con cui sono chiamato a condividere il cammino di fede.
Preghiera finale
Prendi, Signore,
e accetta tutta la mia libertà,
la mia memoria, il mio intelletto,
e tutta la mia volontà,
tutto ciò che ho e possiedo;
tu mi hai dato tutte queste cose,
a te, Signore, le restituisco;
sono tutte tue,
disponine secondo la tua volontà.
Dammi il tuo amore e la tua grazia,
queste sole, mi bastano.
(Sant’Ignazio di Loyola)
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi