Medita
L’abbondanza di cibo è un segno messianico, una anticipazione del banchetto eterno della fine dei giorni, quando tutti verranno sulle alture e mangeranno senza denaro, e, senza spesa, berranno vino e latte. Qui si mangia buon pane e pesce fritto, appena pescato. Bisogna andare in una città orientale, ad esempio a Istanbul, per mangiare per strada un panino con il pesce appena fritto.
Qui ne cucinano per cinquemila, la mensa dei poveri più grande della storia. Con questa abbondanza, addirittura questo spreco (dodici ceste piene di avanzi!), Gesù annuncia una nuova realtà in cui i limiti all’amore sono aboliti, i paletti e le regole sono saltate. Si ama senza misura, fino allo spreco. Di quei cinquemila, quanti seguiranno Gesù? Quanti fino alla fine? Non importa. Se misurato sul successo di un leader religioso Gesù è un vero disastro: ha tutte queste folle che lo osannano, e finisce solo.
Per riflettere
A tavola, tutti i giorni, si potrebbe fare un piccolo gesto di preghiera. Per ringraziare del pane e dei pesci che riceviamo, e per pensare ai cinquemila che non ne hanno.
Preghiera finale
O Signore, nelle cui mani è la salute,
io mio inginocchio davanti a te
perché ogni dono buono e perfetto
da te deve provenire.
Ti prego: concedi abilità alla mia mano,
una chiara visione alla mia mente,
gentilezza e comprensione al mio cuore.
Concedimi sincerità d’intenti
e la forza di sollevare
almeno una parte dei fardelli
di questi sofferenti e fiduciosi uomini.
E concedimi di realizzare
il compito che mi spetta.
Togli dal mio cuore ogni colpa e impaccio,
così che, con la fede di un fanciullo,
possa confidare in Te. Amen.
(Madre Teresa di Calcutta)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi