Nella cittadina chiamata Nàzaret, dove la vita si svolge nel più prevedibile, noioso e umile dei modi, si palesa Dio. In un posto dove non succede mai nulla, uno di quelli che siamo abituati a definire “dimenticato da Dio”, posto di cui Natanaele chiedeva: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”, Dio si rende presente—non per un attimo, non per un miracolo, ma per le intere giornate della lunga quotidianità.
Trent’anni di Nàzaret, tre anni di vita pubblica, tre giorni di incoronamento dell’opera di salvezza.
Dio non si dimentica di Nàzaret, anzi lo sceglie per abitarci. Anche oggi viene a cercarci nei posti più ordinari e nascosti per rendere santa la nostra vocazione quotidiana, cioè piena della sua presenza. Non è facile accettare, contro ogni evidenza, che possa essere vero.
Ci sembra più degno di scelta rincorrere l’indefinito straordinario o perlomeno qualcosa di grande, qualcosa che ci farà ricordare se non ammirare. Eppure, se come Maria facciamo entrare Dio nella nostra vita di tutti i giorni, lo vedremo operare con potenza e cambiare l’impossibile.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Il commento di oggi è proposto dal Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa