Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 7 Settembre 2023

371

Alcuni elementi di questa pagina evangelica colpiscono e suscitano una domanda. Notiamo, intanto, che a fare ressa in torno a Gesù è quella stessa gente che nel paragrafo precedente (Luca 4, 32) rimaneva colpita dal suo insegnamento perché parlava con autorità; ma che ora si accalca per ascoltare Dio. Si tratta di una moltitudine indistinta che ha fatto un percorso di fede che partendo dalla ammirazione umana è culminato col riconoscere in Gesù il Messia atteso, il Dio incarnato.

Di questa folla non fanno parte Simone e i suoi operai. Loro sono indifferenti e se ne stanno a lavare le reti. Per loro Gesù è ancora semplicemente un “maestro”. Uno che insegna ed al quale non prestano nemmeno tanta attenzione. Gesù, per rivelarsi anche a loro deve ricorrere a un miracolo. Siamo fra l’altro in Galilea, terra delle genti, e quindi potrebbe anche darsi che Pietro non sia nemmeno un ebreo osservante.

Ma Gesù sceglie proprio lui: l’incredulo, l’indifferente, probabilmente anche poco praticante. Perché? Forse è proprio nella risposta a questa domanda l’essenza di questo passo Evangelico. Forse l’obbiettivo dell’evangelista è proprio questo porre in risalto una apparente contraddizione: Gesù che si affida non ai dotti, non ai sapienti, non ai pedissequi osservanti della ritualità, ma alla gente comune.

- Pubblicità -

Del resto Luca oltre ad essere l’ultimo degli evangelisti è anche una persona istruita, e scrive il suo Vangelo con un taglio teologico principalmente per un pubblico “gentile”, ossia non ebreo. Ed il succo del suo Vangelo è questo: Gesù è il Messia, è il Dio, il Verbo, che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. E la “salvezza” non è solamente per il popolo eletto ma per tutti quelli che lo riconoscono e credono in Lui.

Per riflettere

Anche noi siamo destinatari del Vangelo e pertanto chiamati a riconoscere in Gesù la fonte della nostra salvezza. Ma è a Lui che ci conformiamo oppure abbiamo ridotto il nostro essere cristiani ad una mera osservanza di pratiche rituali?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi