Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 7 Novembre 2022

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Gesù torna sulla necessità del perdono, dando anche qualche dettaglio di metodo: il perdono non scende dal cielo in modo unilaterale, ma in genere è un processo dialettico che può partire da un rimprovero, dalla giusta rimostranza di una persona che si sente colpita dall’altra, a cui l’altra potrà rispondere spiegando le sue ragioni.

Il perdono che vuole il Signore è un avvicinamento progressivo che porta ad una riconciliazione, per cui non basterà un solo incontro, ma ce ne vorranno tanti (anche perché nella vita comune ci sono mancanze reciproche estremamente ripetitive, e il perdono va dato e ridato).

Lo scandalo ha qualcosa di diverso: dare scandalo significa far inciampare, cadere, sviare l’altro in modo irrevocabile, un po’ come Adamo ed Eva che dopo l’inciampo del serpente si accorgono di essere nudi e non potranno mai più tornare allo sguardo semplice e fiducioso che avevano prima della caduta. La riconciliazione in questo caso è più difficile, perché le conseguenze del male commesso sono irreversibili, così come è irreversibile il gesto di chi si lega una pietra al collo e si butta in mare. Ecco perché su questo tipo di peccato Gesù mette particolarmente in guardia.

Siamo come un gelso con le radici piantate “secondo la carne e non secondo Dio”, facciamo fatica a ragionare e agire secondo la logica evangelica. Basterebbe una fede grande quanto un granello di senape per cambiare testa e cuore. Che il Signore ci aiuti!

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi