Giovanni il Battista è stato arrestato: questo è il momento del passaggio tra il suo ministero e quello di Gesù. E la scelta di Gesù del luogo per la sua predicazione non è casuale: lascia Nàzaret, dove è cresciuto, fugge dalla Galilea, dove il Battista va incontro alla morte, e sceglie di trasferirsi a Cafàrnao, nella “Galilea delle genti”. Perché viene chiamata così? Perché è una regione di confine dove coesistono giudei e pagani. Il luogo ideale per l’annuncio di salvezza, che è per tutti.
E in effetti, come leggiamo nella seconda parte del brano, quando egli inizia a percorrere la Galilea arrivano a lui grandi folle da diversi luoghi, per ascoltare il suo annuncio e cercare guarigione. L’effetto della predicazione di Gesù ha un impatto immediato e dilagante. Eppure, non bisogna scordare il punto di partenza: il Battista, che annunciava la venuta di Cristo, è stato arrestato e ucciso, il ministero di Gesù inizia in un clima di persecuzione.
Questa è un’esortazione per noi, nella nostra chiamata a vivere da cristiani nel mondo di oggi. “Noi diciamo sempre: Ma non è ancora il momento, perché i tempi sono tristi, non sono quelli giusti. Se aspettiamo i tempi giusti, aspettiamo dopo la fine del mondo. Allora saranno certamente giusti! Ma non saranno più tempi! Bisogna agire nel tempo in cui ci troviamo, sapendo che la persecuzione è il sale stesso che dà sapore, che dà validità e conserva la testimonianza del discepolo. Non si oppone alla testimonianza del discepolo […].
Anzi, se fai il bene e ti opponi al male, hai la pressione del male. Quindi non devi aspettare che smetta la pressione per fare il bene, se no farai sempre il male senza nessuna pressione” (Padre Silvano Fausti e Padre Filippo Clerici).
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi