Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 7 Gennaio 2021

Medita

Nel commentare l’evangelista Matteo, non possiamo prescindere dalla comunità destinataria del suo Vangelo. Si ritiene, infatti, che Matteo si sia rivolto ad una comunità ebraica con lo scopo di dimostrare che il Cristo è il Messia atteso. Ne sarebbero una riprova le ripetute sottolineature fra i comportamenti di Gesù e le profezie; ciò che è particolarmente evidente in questo passo evangelico.
Punto cruciale di questa pericope è il: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. Cosa è il regno dei cieli? Soprattutto in Marco, che sembra essere la fonte del Vangelo di Matteo, si parla di regno di Dio. Matteo non dice regno di Dio ma regno dei cieli, perché agli ebrei era vietato nominare Dio. Dobbiamo quindi ipotizzare che con regno dei cieli si intenda dire “il regno di Dio”.

Ma cosa è il regno? Il termine greco “basileia” indica allo stesso tempo sia la potestà che la regalità. Ed è alla regalità che probabilmente dobbiamo fare riferimento. In tal caso il passo evangelico andrebbe tradotto in “la regalità di Dio è vicina”. Un modo per dire che Gesù è il Dio incarnato e che questo Dio è vicino al popolo a cui si rivolge.

E allora merita fare anche una riflessione sulla Galilea. Al tempo di Gesù la regione era abitata da popolazioni ebraiche che, agli occhi dell’ortodossia giudaica di Gerusalemme, si erano contaminate con i popoli vicini di religione pagana. Come dire non solamente che Gesù è il Dio incarnato, ma che il suo messaggio di salvezza non è rivolto solo al popolo eletto, ossia agli ebrei, ma si estende a tutti i popoli: è universale!

Ed infine il “convertitevi”. Quale bisogno avevano gli ebrei di convertirsi? Conversione è anteporre Gesù e il suo messaggio di amore (“Amatevi come io vi ho amato”), al rispetto delle infinite regole di una religiosità fatta non di fede ma di pratiche rituali.

Per riflettere

Chi crede nel Figlio ha la vita eterna. Ci sia concesso di accrescere la nostra fede; di non ridurci ad una religiosità prettamente rituale, ma di maturare quella fede che spinse la donna emorroissa al solo toccare il mantello di Gesù. Ci siano di monito le parole di Gesù: “Donna, la tua fede ti ha guarita”.
In alternativa si potrebbe mettere questo pezzo tratto da un canto religioso: «Io ti prego con il cuore, so che Tu mi ascolterai: rendi forte la mia fede più che mai. Tieni accesa la mia luce, fino al giorno che tu sai: con i miei fratelli incontro a te verrò».

Preghiera finale

Offriamo in questa giornata la nostra preghiera
e le nostre azioni al Signore per tutti coloro che si occupano
della direzione spirituale e del discernimento vocazionale.
Sappiano aiutare a leggere nelle pieghe dell’esistenza
i prodigi che Dio compie nella vita di ciascuno
e, avendo come modello Gesù, sappiano farsi canali della sua volontà
per quanti accompagnano nel cammino spirituale e vocazionale.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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