Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 7 Dicembre 2022

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Venite, prendete il mio giogo e vi darò ristoro. Questa sequenza corrisponde alla logica del lavoro. Un accordo—un impegno—una ricompensa. Ma il beneficio deve essere sempre quello che edifica l’anima. “Il soggetto proprio del lavoro rimane l’uomo” (Laborem Excercens), perché niente giova all’uomo se guadagna il mondo, ma perde sé stesso (cfr. Lc 9, 25).

Il primo passaggio della sequenza è una decisione che, se fosse pure spinta da una necessità, rimane libera. Il secondo passaggio è prendersi la responsabilità e il carico di quello che ci è stato affidato, a volte un piccolo compito, a volte la vita di altre persone. Il terzo è il premio pattuito. “Troverete ristoro per la vostra vita” (gr. “psukhaĩs”). Ecco l’offerta di Gesù per noi.

Infatti, come viene ricordato nell’enciclica Laborem Excercens sul lavoro umano, “come persona egli [l’uomo] lavora, compie varie azioni appartenenti al processo del lavoro; esse, indipendentemente dal loro contenuto oggettivo, devono servire tutte alla realizzazione della sua umanità, al compimento della vocazione ad essere persona, che gli è propria a motivo della stessa umanità”; e in un altro passaggio: “Il lavoro ha come sua caratteristica che, prima di tutto, esso unisce gli uomini, ed in ciò consiste la sua forza sociale: la forza di costruire una comunità”.

Gesù ci invita oggi a seguire la promessa, che non è quella di evitare la fatica ma quella di troverete il sollievo per la nostra anima. La disponibilità ad assumersi le responsabilità a cui siamo chiamati, nonostante tutte le difficoltà e i limiti che possiamo sentire, ci fa guadagnare quel che nient’altro ci può assicurare. Il bello di prendere in mano la propria vita è che, una volta presa, la si può anche dare. E questo si chiama amore. Siamo tutti invitati a farsi carico di quel dolce giogo e di esprimere appieno la nostra libertà, autodeterminazione e dignità in relazione con gli altri.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

Il commento di oggi è proposto dal Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa