Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 7 Dicembre 2021

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Gesù richiama la nostra attenzione e, parlando dello stile del regno e della vita della comunità, sollecita la nostra valutazione: che cosa vi pare? La scena proposta alla riflessione è quella di un uomo, un pastore, alle prese con un gregge numeroso su pascoli di montagna. Viene subito alla mente la figura del Dio di Israele narrata da Isaia: come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri…

Una delle pecore si perde; non è difficile immaginarla in sentieri impervi dove, per distrazione o seguendo il filo di una strampalata ricerca autonoma, si ritrova smarrita, incapace di orientamento, sola, perché distante dalle altre novantanove al sicuro. Si è smarrita una delle cento; non ci viene detto quale, se più gracile o inesperta o soltanto troppo curiosa.

Ma Gesù ci rivela che in quel momento, quando si accorge che è proprio lei che non si trova nel pascolo al sicuro, diventa per il pastore la più importante, al punto che catalizza ogni sua attenzione e ogni suo sforzo pur di riportarla con le altre. La gioia immensa del ritrovamento infine è drammaticamente condizionata a un “se”: il fatto che il pastore potrebbe, con dolore, non riuscire a ritrovare la pecora smarrita ci dice il grande rispetto che Dio, innamorato dei suoi “piccoli”, mantiene per la nostra libertà.

Per riflettere

Lo sguardo di Dio si posa su ogni persona e di ciascuno si prende cura. Ecco di che qualità è l’amore che deve regnare nella vita delle comunità cristiane; un amore che davvero non conosce né limiti né misure. Ogni discepolo deve avere la stessa cura per ciascun fratello e ciascuna sorella. È da un amore come questo che nasce la gioia e la festa della fraternità. (Vincenzo Paglia)

Preghiera finale

Vieni Signore Gesù, cerca il tuo servo,
cerca la tua pecora stanca.
Lascia andare le tue novantanove pecore
e vieni a cercare la sola pecora che ha errato.
Vieni senza cani, vieni senza il servo mercenario.
[…] Cercami, poiché io ti cerco,
cercami, trovami, prendimi, portami.
Non ti infastidisce un peso che ti ispira pietà.
Vieni dunque, Signore, poiché anche se ho errato,
tuttavia, non ho dimenticato i tuoi comandamenti,
e conservo la speranza della medicina.
Vieni, Signore, perché tu solo sei in grado
di far tornare indietro la pecora errante.
(Sant’Ambrogio)