Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 6 Settembre 2021

644

Ancora una volta Gesù si trova nel mirino di coloro che non vedono l’ora di poterlo accusare di non aver osservato il riposo il giorno dello Shabbat. Lo Shabbat è il cuore della religiosità ebraica, appartiene ai comandamenti che Dio ha consegnato a Mosè: “Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro” (Es 20, 9–10).

La sosta da ogni attività ha un valore teologico, manifesta la fede nella sovranità di Dio, dal quale viene tutto ciò che abbiamo e al quale tutto resta sottomesso. La domanda di Gesù perciò può essere tradotta con queste parole: in che modo l’uomo può rendere lode a Dio? La domanda cade nel vuoto, o forse Gesù non attende alcuna risposta. Il gesto di guarigione che egli compie in favore dell’uomo che aveva la mano paralizzata è la sua risposta.

In questo modo egli reinterpreta la legge antica: tutto ciò che manifesta o accresce la dignità dell’uomo rende gloria a Dio! Colui che ha creato l’uomo a sua immagine gioisce quando vede che la creatura ritrova la sua dignità e realizza se stessa. L’uomo che Gesù guarisce non era gravato da una malattia grave, anzi possiamo pensare che il suo handicap non gli impediva di vivere. E, tuttavia, quella patologia gli impedisce di lavorare e di realizzarsi in tutta la sua pienezza. La guarigione gli restituisce la sua dignità. Tutto ciò che facciamo per rivestire l’uomo della sua dignità rende gloria a Dio. Tutto questo non solo è lecito ma doveroso.

Faccio sì che l’altro viva al meglio?
Ognuno di noi è chiamato a riconoscere l’intrinseca dignità che appartiene ad ogni uomo. Anche quando ci sembra di non poter fare molto per aiutare un fratello, possiamo e dobbiamo dare a tutti un sorriso e dire a ciascuno: “Tu sei una creatura amata da Dio”.

Preghiera finale

Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli d’adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.


AUTORE: Michela e Paolo Buti, Cristina e Emanuele Cattin
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi