Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 6 Ottobre 2022

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Quante volte ci è capitato di pensare: “Ho pregato, ho chiesto, ma non stato esaudito, Dio non mi ha ascoltato”. Nel Vangelo di oggi, Gesù ci invita alla perseveranza e all’insistenza. Il brano della Scrittura parla della prospettiva Padre-figlio e amico-amico. Spesso invece commettiamo l’errore di ritenere che l’intervento di Dio ci sia dovuto.

A volte addirittura si arriva quasi alla dinamica del ricatto: “Dio, se esisti fa’ che io…”. Ma Dio non è la potente entità che devo compiacere per ottenere in cambio da lui qualche privilegio! Una logica di questo tipo “usa” Dio, senza che di Lui veramente importi qualcosa. Così è l’uomo ad essere al centro del Regno e Dio è a suo servizio.

A volte questa dinamica si ripropone nei rapporti tra un bambino piccolo e la madre, alla quale chiede di essere accontentato in tutti i suoi desideri. La mamma decide di appagare il desiderio del bambino se ritiene che quella richiesta non sia dannosa per il figlio.

Nello stesso modo le nostre preghiere forse non vengono esaudite perché non sono il nostro bene, non vengono ascoltate perché restano nel limitato orizzonte di ciò che io considero essenziale alla mia felicità, senza ascoltare il Padre che dà cose buone a colui che gliele chiede.

Gesù conclude il brano dicendo che alle nostre richieste il Padre risponderà donando lo Spirito Santo. Infatti lo Spirito è colui che dobbiamo continuamente invocare, chiedere, pregare, colui che ci fa vedere la realtà con gli occhi di Dio.

Al figlio che chiede aiuto, Dio risponde inviando il suo Spirito che ci aiuta a vedere da dentro, sul serio, la nostra vita.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa