Il brano di oggi fa da trait d’union tra due diverse sezioni del Vangelo di Matteo. Nella prima parte Gesù scaccia un demonio: questo è l’ultimo di una serie di miracoli, che accompagnano e sottolineano i suoi insegnamenti e racchiudono un annuncio del Regno.
Di fronte a questo segno i farisei reagiscono, non sorprendemente, accusando Gesù di essere lui stesso strumento del demonio. Le folle, invece, rimangono stupite. È interessante riflettere sul commento di don Fabio Rosini rispetto alla loro reazione incredula, che potrebbe essere la nostra: “Questa è una tentazione perenne, un tipo di atteggiamento che portiamo in tasca, senza nemmeno accorgercene: il dubbio sul bene che ci viene da Dio, l’incredulità che ci dà il diritto di vedere un pezzo di male nelle cose buone, di non arrenderci mai del tutto al bene, e restare scettici, sempre, comunque, a priori. Questo additivo nascosto esplode in certi momenti nel vero e proprio rifiuto sprezzante del bene”.
Nella seconda parte, Matteo introduce il discorso missionario. Dopo una frase che sintetizza l’attività messianica, incontriamo nuovamente le folle. Gesù le vede—e sappiamo che il suo “vedere” è in realtà uno sguardo carico d’amore—e ne ha compassione. Possiamo immaginarlo commuoversi di fronte ai volti stanchi dei molti che guardano a lui per uscire dalla miseria della propria condizione. Decide allora di inviare i Dodici, gli apostoli che ha scelto, in missione ad annunciare il suo Vangelo. In realtà i Dodici non sono che l’inizio, non sono sufficienti per garantire alla buona notizia di raggiungere più cuori possibili. Per questo Gesù ci invita a pregare per le vocazioni, perché un numero sempre più grande di laici e consacrati si apra ad accettare la sfida dell’evangelizzazione nel mondo.
Per riflettere
“La messe è abbondante”. Quante persone incontriamo, nel nostro quotidiano, che avrebbero bisogno di incontrare una parola d’amore, che sono “stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore”? Elenchiamone almeno due e pensiamo a come possiamo essere per loro, in parole e azioni, annunciatori del Vangelo.
Preghiera finale
Signore Gesù, che hai chiamato chi hai voluto,
chiama molti di noi a lavorare per te, a lavorare con te.
Tu, che hai illuminato con la parola quelli che hai chiamati,
illuminaci col dono della fede in te.
Tu, che li hai sostenuti nelle difficoltà,
aiutaci a vincere le nostre difficoltà d’oggi.
E se chiami qualcuno di noi per consacrarlo tutto a te,
il tuo amore riscaldi questa vocazione fin dal suo nascere,
e la faccia crescere e perseverare sino alla fine.
(San Giovanni Paolo II)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi