Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 6 Gennaio 2023

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Non se n’era accorto il re che regnava in quel momento, Erode, non se n’erano accorti i sacerdoti e neppure gli esperti delle sacre Scritture, gli scribi; l’intera Gerusalemme non si era accorta che nella mangiatoia di una stalla il segno dei tempi si era compiuto: il Re si era fatto uomo. Chi se n’è accorto sono invece i Magi, che con lo sguardo fisso in cielo si sono messi in cammino. Guidati dalla profezia sono partiti alla ricerca di un senso che intuivano potesse nascondersi nel segno della stella cometa.

La stella si era sollevata sopra Betlemme per tutti, indistintamente. Eppure c’è qualcosa che frena Erode e gli uomini di Gerusalemme dal coglierne la potenza profetica. Erode è un uomo potente, del potere è schiavo e dal potere è accecato. La stella non è per lui un’occasione di incontrare la salvezza, ma il segno del pericolo della presenza di un rivale da sopraffare con qualsiasi mezzo. I sacerdoti e gli scribi sono sapienti, conoscono i testi ma parlano di fede con una lingua morta e sterile, i versi che citano a memoria hanno perso la capacità di essere strumento per interpretare la presenza di Dio nella storia poiché si sono ridotti unicamente a un esercizio di studio razionale.

Ecco che i magi sono una presenza nuova, portatori di una Fede che si mette in discussione e in cammino, grazie a un cuore pronto a cogliere la Novità: vanno in cerca di un Senso divino senza la ricerca di un tornaconto. Sarà grazie a questo desiderio di vita nuova che saranno in grado di riconoscere la regalità anche in un piccolo bambino in una mangiatoia.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi