Scribi e farisei cercano un buon pretesto per poter accusare Gesù. Gesù sta in silenzio davanti alla donna portata lì per esser lapidata. In silenzio scrive per terra sulla polvere. È un gesto strano, il testo non dice cosa stia scrivendo, forse fa credere agli avversari di essere in difficoltà, di sicuro fa passare del tempo, forse usa il silenzio per far riflettere su quello che stavano tramando.
Impazienti, insistevano nell’interrogarlo, e Gesù li responsabilizza a guardarsi dentro: “Chi è senza peccato…”, e torna in silenzio a scrivere per terra. Agli anziani spettava il primo lancio delle pietre, ma capiscono il messaggio e vanno via. Gesù, come il Padre, non condanna, perché il giudizio non dimora in un cuore che può solo amare.
“Va’, dunque, e non peccare più, perché tu sei altro: sei figlia e sorella amata, sei sposa riscattata, sei prodigio e tesoro custodito dall’Amore, sei veramente perdonata”. Il silenzio di Gesù avvolge come uno scrigno la verità di lei, e di ciascuno di noi. Probabilmente molte volte Dio non parla davvero, perché è bloccato lì, a bocca aperta, ad ammirare stupito la bellezza di noi sue creature predilette. Come si può rifiutare un amore così?
E questo silenzio preannuncia, trepidante, la resurrezione.
Per riflettere
Quante volte, pretendendo di possedere una verità “forte” giudichiamo gli altri e presumiamo di scrutare il cuore dell’altro coi nostri occhi bui? “Con il giudizio col quale giudicate, sarete giudicati”, aveva detto con forza e mitezza Gesù (Mt 7, 1). Al contrario, il giudizio umano che pesa sulla donna, Gesù lo prende su di sé.
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FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi