Sono moltissimi i temi che questo brano del Vangelo evoca nel fedele che si trova di fronte al mistero di Dio, chiamato a cercare nelle immagini il volto stesso del Signore, non più nella storia, ma, come i Padri greci ci dicono, nello Spirito.
Sembra quasi che il testo ci dica che se ci limitiamo a guardare a Gesù nel suo volto umano forse non comprenderemo mai tutto ciò che è venuto a rivelarci. Ci aiuteranno Mosè ed Elia, la legge ed i profeti (come per i discepoli di Emmaus che troveranno Gesù risorto solo dopo essere stati ammaestrati nelle scritture), ci aiuterà una rivelazione dal cielo, la voce stessa di Dio, ci aiuterà anche la stessa nostra stessa incomprensione di piccoli e poveri uomini quando erroneamente crederemo di poter preservare per noi soltanto quel momento di beatitudine.
Viviamo nella nebbia, in una oscurità che solo lo Spirito può dissipare, che solo la rinuncia a vivere esclusivamente di razionalità umana potrà diradare per permettere a Dio di far udire una voce inaspettata. A noi custodire tutto questo nel silenzio, perché dalla visione della gloria non escono parole di racconto, ma solo la parola e le azioni della sequela.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi