Il Signore non si preoccupa delle convenzioni sociali: non esita a frequentare i pubblici peccatori, e anzi li va addirittura a cercare proprio deve essi vivono.
Il Vangelo di oggi ci fa capire tuttavia che la frequentazione di nostro Signore dei pubblici peccatori non significa che ogni condotta morale sia accettata da Gesù. Infatti nostro Signore non va a mangiare e bere con i pubblici peccatori per giustificarli nel loro peccato, bensì per convertirli e per liberarli dal peccato.
Il peccato è una malattia, è il morbo più letale per ciascuno di noi, perché ci allontana dal Signore e ci preclude la vita eterna. Il suo è l’atto di amore grande di chi vuole più di ogni altra cosa la guarigione e la salvezza dell’altro, di chi vuole strappare dalla morte tutti quanti, anche i più lontani.
La via per la guarigione per noi peccatori è stare col Signore, frequentarlo e conoscerlo e convertire il nostro cuore a Lui. La misericordia di Dio è una medicina sempre disponibile che cura il peccato alla sola condizione che apriamo il nostro cuore, ci convertiamo a Lui e abbandoniamo la via del peccato.
Anche noi, sull’esempio di nostro Signore, siamo chiamati a frequentare e accogliere tutti, anche i pubblicani e i peccatori; non certo per confermarli nel peccato, ma per provare ad aprire il loro cuore alla conversione. Non per niente l’immensa saggezza della Chiesa Cattolica include fra le opere di carità spirituale che siamo tenuti a compiere quella di ammonire i peccatori. Senza giudicarli, certo, ma mostrando loro la verità di Cristo che tutto guarisce e salva attraverso la conversione del cuore.
Per riflettere
La prima opera della grazia dello Spirito Santo è la conversione, che opera la giustificazione, secondo l’annuncio di Gesù all’inizio del Vangelo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4, 17). Sotto la mozione della grazia, l’uomo si volge verso Dio e si allontana dal peccato, accogliendo così il perdono e la giustizia dall’alto. «La giustificazione […] non è una semplice remissione dei peccati, ma anche santificazione e rinnovamento dell’uomo interiore». (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1989)
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Massimo Salani
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi