La perdita della persona amata lascia in noi un vuoto impossibile da colmare. Qualunque sia la causa di questo abbandono, il nostro cuore è attraversato da un senso di impotenza e di ingiustizia. La nostra mente vaga alla ricerca di un perché, mentre il corpo è orfano di abbracci e di carezze.
In questi momenti di sofferenza, il Signore si fa vicino e ci invita a non aver timore. Non chiede di riempire, ma di abitare la nostra solitudine. A volte lo fa fisicamente, con la premura dei fratelli che ci prendono per mano. Altre volte, è il suo spirito a camminare accanto a noi. In questi momenti, la nostra relazione con lui si rafforza.
Impariamo a conoscerlo, ci lasciamo conoscere. Questa intimità con lui ci rivela la nostra identità di figli amati e ci dona uno sguardo nuovo sulla nostra vita. L’amore donato e ricevuto non è perso. È parte integrante della nostra storia. Tutte le relazioni che ci hanno nutriti, continueranno ad accompagnarci. In un modo nuovo, ma ugualmente pieno. Il passato e il futuro sono legati da fili invisibili di memoria e attesa. Lo smarrimento, il dubbio e la morte lasciano il posto alla Via, la Verità e la Vita.
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Il caso non esiste. La realtà non è solo quella che si vede. (Maria Pia S., dal sito Get up and walk)
Per riflettere
Quali esperienze di “assenza” ti hanno avvicinato a Dio? Che cosa significano per te le parole di Gesù “Io sono la via, la verità e la vita”?
1507:00
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi