Se nel testo di Giovanni, letto ieri, i primi discepoli sono discepoli del Battista e da lui ricevono l’invito a seguire Gesù, in questo passo evangelico il Signore stesso chiama direttamente Filippo. Il Maestro forma a poco a poco il gruppo dei suoi discepoli. Nel quarto vangelo questo gruppo si forma in vari modi: alcuni erano con Giovanni, altri sono chiamati dal fratello, altri da un “amico” come nel caso di Natanaele. La chiamata arriva in modi diversi; ciascuno sembra avere la sua modalità, ma tutte confluiscono nella sequela del Signore, cuore e centro del racconto di questi primi capitoli del quarto vangelo.
Natanaele è caratterizzato in vari modi; intanto è un uomo in ricerca, come indica l’espressione “essere sotto il fico”, un uomo che anche dalle sue parole sembra conoscere le Scritture e custodirle. Afferma, infatti: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?»
Nazaret, che per noi è diventato un luogo familiare e importante, non era mai citato nelle Scrittura, non era destinatario di profezie; per di più era un luogo in una terra, la Galilea, considerata spesso impura. Anche gli scavi archeologici ci dicono di un piccolo villaggio davvero insignificante.
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Eppure proprio Natanaele è destinatario di un elogio del Signore che afferma di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Gesù riconosce la ricerca sincera di questo uomo, non gli interessano i suoi dubbi e le sue perplessità. Chi cerca arriva prima o poi alla luce. E Natanaele è pronto a dire la sua gioia, la sua fede, la sua adesione al Signore.
Per riflettere
Mi riconosco persona in ricerca? Dedico del tempo alla riflessione, offro spazio alle domande e anche ai dubbi? Vado dal Signore con quello che sono, nonostante le perplessità che mi abitano?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi