Medita
L’autore che ci racconta questa storia è lo stesso che ci ha stupefatto all’inizio con la visione del Verbo: siamo ancora nel primo capitolo di Giovanni, ma qui la storia è molto umana.
Filippo era della stessa cittadina di Pietro e Andrea: evidentemente si era saputo della loro adesione al nuovo maestro, forse ne avevano parlato a Filippo stesso. Ed ecco il contagio: Gesù passa, chiama Filippo e lui molla tutto e lo segue. Evidentemente i primi due, che hanno visto dove il maestro dimora e sono rimasti con lui, hanno contagiato Filippo, gli hanno messo curiosità, anche una certa fretta di vedere Gesù.
Il contagio prosegue: Filippo a sua volta non sta nella pelle, appena incontra Natanaele lo investe di parole, infila in mezza riga sei informazioni importanti (Mosè, la Legge, i Profeti, Gesù, Giuseppe, Nazaret), lo trascina.
Natanaele ha una perfetta risposta razionale: secondo le Scritture, dalla Galilea non può venire nessun profeta, quindi l’amico è stato troppo precipitoso, ingenuo, forse ha dato retta ad un impostore. Grande contromossa di Filippo: non discutiamo, vieni a vedere. Ed ecco uno spettacolare cambio di prospettiva: lo scetticismo di Natanaele, il puntiglioso custode della tradizione, crolla quando incontra di persona il maestro, quando ha una relazione con lui. Natanaele se ne esce con una confessione di fede (“Tu sei il Figlio di Dio”), che è addirittura la seconda confessione cristologica dopo quella di Giovanni Battista (“Ecco l’Agnello di Dio”). Prosegue con una espressione eccessiva, un moto del cuore esagerato: “Tu sei il Re d’Israele!”. Gesù non manca di rispondere in modo ironico.
Per riflettere
Se abbiamo ricevuto, come Giovanni ci ha detto, “grazia su grazia”, dovremmo avere familiarità con la dinamica di contagio che viene qui descritta. Simone e Andrea che parlano con Filippo, Filippo che parla con Natanaele.
A volte il contagio si trasmette con la parola, con l’annuncio esplicito del Vangelo, a volte con il silenzio delle opere. Ma noi siamo contagiosi?
Preghiera finale
Signore nostro Dio!
Quando la paura ci prende
non lasciarci disperare!
Quando siamo delusi,
non lasciarci diventare amari!
Quando siamo caduti,
non lasciarci a terra!
Quando non comprendiamo più niente
e siamo allo stremo delle forze,
non lasciarci perire!
No!, facci sentire
la tua presenza e il tuo amore
che hai promesso ai cuori umili e spezzati
che hanno timore della tua parola.
(Karl Barth)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi