Erode sentiva che Giovanni Battista era un Santo; forse solo perché la folla lo credeva un profeta o forse perché quell’uomo annunciava qualcuno di più grande di lui che avrebbe portato un Regno più grande al cui cospetto il suo era poca cosa. Per tutto questo ne aveva paura.
Ma voleva farlo morire perché ne aveva timore a causa del suo peccato, esattamente come Adamo ed Eva che ebbero timore del loro Creatore solo dopo aver peccato. Ma ad Erode tutto ciò non basta; al peccato denunciato da Giovanni ne aggiunge un altro, quello di promettere qualunque cosa alla figlia di Erodiade come se lui, onnipotente, potesse promettere tutto: compresa la vita e la morte. E un altro ancora accontentando l’istigazione di Erodiade, fino al peccato finale: quello di aver tolto la vita.
Questa è la nostra situazione il peccato porta il peccato, l’invidia porta sempre più invidia, la gelosia sempre più gelosia, la cattiveria sempre più cattiveria in una spirale infinita che conduce nell’oscurità. Il Signore sa benissimo cosa è questa spirale a cui noi uomini siamo sottoposti. Pietro prima che il gallo canti mi tradirai tre volte, peccherai non una ma ben tre volte! Solo pentendosi amaramente Pietro riuscirà a sollevarsi da questa spirale. Solo riconoscendo il nostro essere peccatori possiamo uscirne. Allora si comprende il significato della Confessione: un gesto di amore del Signore per farci costantemente uscire dalle zone del campo ove è presente la zizzania e ritornare nella zona dove è presente il seme buono, in modo che alla raccolta noi ci possiamo far trovare nel posto giusto.
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Per riflettere
Viviamo la Confessione come una continua possibilità di ritornare nella grazia? Siamo convinti che il Signore rimetterà a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori? Chi sono i nostri debitori? Abbiamo conti in sospeso che non permetteranno di far agire la grazia in noi con la confessione?
“Questa, crediamo, è la maniera giusta di confessarsi: credere nel Signore Gesù salvatore e redentore e accostarsi con fiducia a Lui, attraverso il ministero della Chiesa, manifestando il proprio peccato, accogliendo con fede il perdono-assoluzione, impegnandosi in un cammino di conversione, nella speranza che la grazia del sacramento ci accompagni. La conversione impegna il cristiano, consapevole della propria fragilità, ad accostarsi con frequenza a questo sacramento” (Giovanni Roncari).
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi